Notiziario di Venerdì 18 Aprile 2008

Allora, nel 1992, erano tutti liberi. E così alla sentenza della Cassazione, che mandava definitivamente in galera i capimafia della cupola palermitana, i padrini scatenarono l’inferno, dando vita alla stagione stragista culminata con gli eccidi di Capaci e via D’Amelio. Oggi, sedici anni dopo, altra sentenza storica della Cassazione, con la differenza che molti dei mafiosi coinvolti sono assicurati alle patrie galere. Per la guerra di mafia, che lungo il decennio 1981-1991 insanguinò le strade di Palermo e non solo, la Cassazione ha rigettato tutti i ricorsi e confermato le condanne all’ergastolo per i boss siciliani, tra i quali Provenzano e Riina, imputati di più di mille omicidi. Una guerra tra cosche culminata nell'uccisione dell'imprenditore antiracket Libero Grassi, avvenuta il 29 agosto del 1991, a Palermo, che per primo si era rifiutato di pagare il pizzo, dando il via a una protesta contro il malaffare e la criminalità. Confermati anche i risarcimenti alle parti civili e la condanna al pagamento delle spese processuali per i 27 imputati. La ricostruzione dei delitti avvenuti in quegli anni è stata possibile grazie alle dichiarazioni di pentiti come Francesco Marino Mannoia e da ultimo Antonino Giuffrè. Sullo sfondo di questi 10 anni, la guerra tra la cosca di Riina e Provenzano, favorevoli a una linea stragista per gli obiettivi di Cosa nostra, e i vecchi boss Bontade e Inzerillo. Con la sentenza della Cassazione si chiude l'ultima tranche del processo per gli omicidi degli anni 80 nato dalle dichiarazioni rese a Giovanni Falcone da Tommaso Buscetta nel primo maxi-processo a Cosa nostra. La decisione è stata adottata dai giudici della II sezione penale della Cassazione, presieduta da Giuseppe Cosentino che ha accolto le richieste del procuratore generale Mario Fraticelli, che aveva chiesto le conferme delle condanne della Corte d'appello di assise di Palermo all'ergastolo per tutti i boss. Mi auguro che i killer condannati all'ergastolo non escano più dal carcere, è stato il lapidario commento di Pina Maisano Grassi, vedova di Libero Grassi.
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Ad agosto il loro paese, la Cina, sarà al centro del mondo per le Olimpiadi. Una vetrina importante per aprire definitivamente le porte al turismo. A promuovere il loro Paese, divenuto in pochi anni uno dei colossi dell’economia mondiale, sono 11 giornalisti in questi giorni in Sicilia per una serie di scambi culturali e professionali proprio nel nome del turismo. Stamani tappa ad Agrigento, dove ad accoglierli è stato il vice sindaco Massimo Muglia. La delegazione si è mostrata interessata alla bellezza della Valle dei Templi, ma il richiamo non può che essere alla situazione del Tibet e alle proteste durante il passaggio della fiaccola olimpica.
A guidare la delegazione il segretario dell’Assostampa Nino Randisi e il consigliere responsabile dei rapporti con la Cina dell’Ordine dei giornalisti, Ugo Armati.
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Una rapina da 5 mila euro è stata fatta, stamani, al banco di Sicilia di via Umberto a Campobello di Licata. I malviventi, durante la notte, avevano fatto un buco, con la fiamma ossidrica, alla porta di ferro sul resto dell'istituto bancario e alle 8,30, all'apertura, sono entrati per farsi consegnare il denaro. Indagano i carabinieri.
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Un siciliano al vertice nazionale della Cisl. Si tratta di Paolo Mezzio, segretario regionale, eletto alla segreteria confederale nazionale, durante i lavori del consiglio generale presieduti da un altro siciliano, il segretario nazionale Raffaele Bonanni. Adesso si prepara la successione a Mezzio. Lunedì 28 aprile a Palermo si riunirà il consiglio generale siciliano per la scelta del nuovo segretario siciliano e di quello della provincia di Palermo a seguito dell’elezione all’Ars di Giuseppe Lupo.

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