Notiziario di Giovedì 13 Ottobre 2005
Dunque, Pietro Grasso lascia la trincea della Procura di Palermo per la poltrona prestigiosa di Procuratore nazionale antimafia. Da un lavoro in prima linea ad un incarico di coordinamento. Al di là di tutto, la nomina è il giusto coronamento ad un impegno più che trentennale nel contrasto alla mafia. Pietro Grasso, 60 anni, originario di Licata, approda dunque al vertice della Procura nazionale antimafia, l’organismo voluto da Giovanni Falcone. Per la cronaca è il terzo procuratore nazionale antimafia, dopo Bruno Siclari e Pier Luigi Vigna, il primo siciliano. La mafia da tempo lo ha condannato a morte. Addirittura volevano farlo saltare in aria con un bazooka. Dal 99 è procuratore capo di Palermo, successore di Giancarlo Caselli che ha avuto sbarrata strada alla Superprocura nazionale da un emendamento che prevede il tetto dei 66 anni per gli incarichi dirigenziali. Al suo attivo numerose operazioni e la cattura di grossi esponenti mafiosi, da Nino Giuffè e Bendetto spera a Vincenzo Virga. Gli è mancata solo quella di Bernardo Provenzano, primula rossa da 40 anni. E all’indomani della nomina da parte del CSm sono diverse le reazioni politiche. Grasso, dichiara Beppe Lumia, vice presidente della commissione antimafia, metterà la sua lunga esperienza nella lotta contro le mafie a servizio di tutta la magistratura e di tutte le forze che si battono contro la criminalità organizzata. Felice della scelta si dice Angelino Alfano, coordinatore regionale di Forza Italia, per il quale Grasso saprà far fruttare la sua lunga ed importante esperienza maturata a Palermo. Positivo anche il commento del deputato regionale dell'Udc Giusy Savarino e del senatore Giuseppe Ruvolo.