Notiziario di Sabato 9 Settembre 2006
Sono rimaste sul tavolo della segreteria provinciale della Margherita solo pochi giorni le dimissioni del presidente del partito e vicesindaco di Porto Empedocle, Gianni hamel. Dimissioni che avevano fatto esultare i circoli liberi e solidali ed il gruppo consiliare empedoclini i quali avevano anche sollecitato opportuni provvedimenti disciplinari nei confronti di Hamel, accusato duramente di avere tradito il mandato ricevuto dal partito per allearsi con la Giunta di centrodestra guidata da Calogero Firetto. Un entusiamo, però, durato poco perchè Hamel ci ha ripensato ed ha ritenuto opportuno ritirare le su dimissioni. Una decisione presa dopo le nomine dei consiglieri dell'Ato - dice Hamel - poichè ho avuto la certezza dell'esistenza di un tentativo di occupare militarmente il partito attuando colpi di mano ed utilizzando il simbolo della margherita per chiudere operazioni di potere. Il riferimento è alla elezione nell'organo direttivo dell'Ato, di Manlio Cardella, vicino alle posizioni del senatore Benedetto Adragna. Hamel spiega poi il motivo delle sue dimissioni dettate dall'esigenza di separare l'esperienza amministrativa dall'organizzazione e gestione del partito ma oggi - sottolinea Hamel - mi rendo conto che le polemiche sollevate contro la mia nomina a vicesindaco di Porto Empedocle erano strumentali e finalizzate ad emarginare il nucleo storico della Margherita in favore dei transfughi dell'ultima ora. Lasciare la guida dell'assemblea del partito - precisa Hamel - significherebbe accettare che la Margherita agrigentina è diventata un feudo privato senza valori e indirizzato solo alla conquista di spazi di potere. Sulla sponda opposta, si mantiene vivo il dibattito nella Casa delle Libertà ed in particolare in Forza Italia, dopo la stoccata dell'assessore del comune di Agrigento, Miccichè. Per Carmelo D'Angelo, componente della giunta provinciale, Forza Italia, pur essendo il partito di maggioranza relativa, rischia, col vizio della generosità, di far dettare la linea politica della coalizione agli alleati. Secondo D'Angelo, invece, Forza Italia deve riappropiarsi del ruolo guida riconosciutogli dall'elettorato agrigentino, mantenendo, comunque, con i partners della casa delle libertà la lealtà e la condiovisione di intenti che hanno caratterizzato la politica degli azzurri.