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Il dramma dell’immigrazione clandestina. Le storie dei bimbi gettati in mare, morti durante la traversata. Il procuratore De Francisci avoca a sé l’inchiesta sulla tragedia.
Notiziario di Sabato 26 Agosto 2006

Giornata di tregua, al momento, sul fronte degli sbarchi di immigrati clandestini a Lampedusa. Questa mattina non si sono registrati arrivi di clandestini, dopo la giornata di ieri conclusa con ben 12 approdi. Gli ultimi due nella tarda serata, con l’arrivo di 123 extracomunitari. Intanto, è sempre più strage degli innocenti. Vediamo.
Costretti a gettare i corpi dei figli in acqua dopo avere assistito, impotenti, alla loro agonia: è l'ennesima strage di innocenti raccontata da due immigrati della Sierra Leone, giunti l’altra notte a Lampedusa. Bambini di pochi mesi, sempre più vittime dei viaggi della speranza. Storie di tragedie che mettono in evidenza una tremenda realtà: e cioè che sempre più spesso a morire sono i bambini. Un’ecatombe senza fine. Intanto, sono giunti a Lampedusa i 123 clandestini intercettati, a bordo di due diversi barconi, nella serata di ieri, a largo di Lampedusa. Gli immigrati sono stati trasbordati su tre motovedette della Guardia costiera. Tra loro ci sono 20 donne, una incinta di 4 mesi e 4 bambini. Gli extracomunitari sono tutti in buone condizioni tranne un giovane che è stato ricoverato al pronto soccorso. I clandestini hanno dichiarato di essere eritrei e di essere partiti dalle coste libiche. Intanto, passa nelle mani del Procuratore di Agrigento, Ignazio De Francisci, l’inchiesta sul naufragio del barcone, affondato sabato scorso a largo di Lampedusa, in cui hanno perso la vita 40 clandestini. Il magistrato ha deciso di coassegnarsi il fascicolo dell'inchiesta inizialmente affidato soltanto al sostituto Fornasier. Nel registro degli indagati è stato iscritto, per disastro colposo, il comandante della nave "Minerva" della Marina Militare che intercettò l'imbarcazione. I primi accertamenti hanno confermato quanto raccontato dai superstiti e cioé che tra la Minerva e il barcone ci fu un forte impatto; secondo gli inquirenti, però, sarebbe stata la "carretta" degli immigrati ad urtare la nave e non viceversa. In Procura, l'iscrizione è stata definita un atto dovuto, necessario per consentire gli adempimenti indispensabili per l'inchiesta come i rilievi sulla nave della Marina.
 
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