Notiziario di Giovedì 17 Agosto 2006
Parte la rivoluzione nella sanità siciliana. Il neo assessore, Roberto Lagalla, ha annunciato i primi provvedimenti per cercare di razionalizzare la spesa. Tagliate una sessantina di guardie mediche. Vediamo.
E’ stato uno dei pochi politici a lavorare per Ferragosto. Blitz e ispezioni negli ospedali e nelle strutture sanitarie da un capo all’altro della Sicilia. In tre giorni, dal 13 al 15 agosto, Roberto Lagalla, da due mesi assessore regionale alla Sanità, ha visitato i nosocomi delle province di Agrigento, Palermo, Trapani e Caltanissetta. Un giro per approfondire i problemi del pianeta sanità in Sicilia che Lagalla, docente alla Facoltà di Medicina all’Università di Palermo e Presidente della Società Italiana di Radiologia medica, ben conosce. Un pianeta costellato da varie emergenze, dai conti in rosso ai tanti casi di malasanità. Emergenze sulle quali intende mettere mano. A cominciare dalle guardie mediche. Secondo Lagalla sono troppe: da qui la dcisione di tagliarne almeno una sessantina. Un provvedimento che lo stesso assessore regionale aveva annunciato a pochi giorni dal suo insediamento, nell’ottica di risanamento dei conti della sanità siciliana. I 300 medici impegnati all'interno delle strutture sanitarie dovrebbero essere destinati ai servizi di pronto intervento sulle ambulanze. I tagli dovrebbero riguardare le guardie mediche troppo piccole, o vicine tra di loro, prevedendo un accorpamento, in favore di quella che viene definita dall'assessore Lagalla la "medicalizzazione delle ambulanze". Insomma, una vera e propria rivoluzione, quella di Lagalla, anche se non mancano le critiche. Preoccupazione esprime il deputato regionale dei DS, Giovanni Panepinto, per il quale la riduzione delle guardie mediche comporta gravi problemi soprattutto nei comuni montani dove il 118 non dispone di medici. Panepinto cita il caso di Bivona, paese del quale per diversi anni è stato sindaco, per sottolineare come la viabilità di collegamento con le strutture ospedaliere di Agrigento, Sciacca e Ribera, sia in totale abbandono. E questo, a suo giudizio, comporta notevoli problemi. Da qui la richiesta di un incontro urgente con l’assessore Lagalla.