Notiziario di Venerdì 5 Maggio 2006
La Corte di Appello di Palermo ha deciso di trasmettere alla Corte Costituzionale gli atti del processo per concorso in associazione mafiosa a carico del senatore dell'Udc Calogero Mannino perchè valuti la legittimità della cosidetta 'legge Pecorella' che impedisce alla pubblica accusa il ricorso contro le sentenze di assoluzione di primo grado. L'eccezione di lgittimità costituzionale era stata proposta dal procuratore generale Vittorio Teresi. La difesa di Mannino aveva chiesto che fosse applicata la riforma dell'appello, tenendo conto del fatto che l'imputato era stato assolto in primo grado. Nell'eccezione Teresi denunciava l'anomalia della norma che da un lato riconosce al pm il potere di appellare le sentenze di condanna quando ritenga le pene troppo miti rispetto alla gravità del fatto, mentre dall'altro gli nega il potere di appellare le sentenze di assoluzione che ritenga incoerenti rispetto alle risultanze processuali. Calogero Mannino, ricordiamo, venne assolto in primo grado dall'accusa di concorso in associazione mafiosa. La corte d'appello di Palermo, riformando la sentenza, lo ha poi condannato a 5 anni e 4 mesi. Successivamente la Cassazione ha annullato il verdetto con rinvio.