Notiziario di Sabato 22 Marzo 2003
Forse non ha avuto il tempo e il modo di chiedere perdono. Perdono al suo Pietro, il figlioletto di appena 10 anni, che ha tentato di massacrare a colpi di forbici in quella drammatica notte del 15 gennaio scorso in questa casa nel centro storico di Ribera. Di certo Rosa Caterinicchia porta con sé nella tomba il rimorso per quell’inspiegabile momento di raptus omicida. La donna è morta stamattina all’ospedale Maggiore di Modica, dov’era ricoverata da tempo, per l’aggravarsi delle sue condizioni. Rosa Caternicchia, 37 anni, rimase ferita nel trambusto seguito all’arrivo dei Carabinieri, avvisati dai vicini di casa allarmati per le grida che provenivano dentro casa. I militari furono aggrediti da un pitbull aizzato dalla donna e furono costretti ad abbattere il cane a colpi di pistola. Ma un proiettile ferì la donna ad una gamba e all’intestino. Dapprima venne ricoverata al San Giovanni di Dio e poi trasferita all’ospedale Maggiore di Modica dove è stata sottoposta ad un delicato intervento chirurgico. Le sue condizioni sono andate peggiorando giorno dopo giorno sino alla morte avvenuta oggi. Una morte che cancella una esistenza sbagliata, disperata, al limite della legalità. Maria Caterinicchia è stata coinvolta in vicende di droga assieme al marito e dopo l’arresto di quest’ultimo si è rifugiata nell’alcol. Ed era ubriaca quella drammatica notte del 15 gennaio quando appunto a colpi di forbice ferì gravemente il figlio nel sonno. Al bambino, durante un delicato intervento chirurgico, furono saturate le numerose ferite con oltre cento punti. E’ morta con il rimorso, ma con il perdono del marito e del figlio.