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Notiziario di Sabato 19 Gennaio 2008

"E' stato riconosciuto il comportamento dei singoli come referenti di Cosa nostra. Questa è la differenza sostanziale dal punto di vista tecnico-giuridico rispetto all'aggravante dell'articolo sette". Il procuratore nazionale Antimafia Pietro Grasso commenta così la sentenza del processo delle cosiddette 'talpe' alla DDA di Palermo, che ieri ha visto la condanna del governatore siciliano Salvatore Cuffaro escludendo l'aggravante dell'articolo sette, che configura l'aver agito nell'interesse di Cosa nostra.
E a rispondere a Grasso è lo stesso Cuffaro. "Probabilmente il procuratore non ha letto la sentenza per intero. E' stata studiata - spiega il presidente della regione - dai miei avvocati e sostiene che non solo non è stato favorito l'intero sistema mafioso, ma neanche il singolo mafioso. Non ho motivo di non credere ai miei avvocati''. Cuffaro chiede poi "rispetto da parte di tutti" dopo l'esito del processo. E intanto oggi il governatore, come d'altro canto aveva assicurato subito dopo la lettura del dispositivo, è tornato al lavoro per riprendere un'attività che, ha spiegato, necessita ora di maggiore slancio e di tanta energia da parte di tutta la regione, presidente e parlamentari.
Cuffaro, quindi, conferma l'impegno per la Sicilia e i siciliani, gli stessi che più volte il queste ultime ore il presidente della regione ha ringraziato, colpito, ha aggiunto, dalla solidarietà "dimostrata da migliaia di persone che si sono strette attorno a me per dimostrarmi il loro affetto".
Per quanto, infine, concerne le reazioni del mondo politico alla sentenza, anche oggi si concentrano sull’opportunità o meno che Cuffaro lasci la presidenza della regione. Il centro destra si schiera compatto sulla linea della prosecuzione della legislatura, mentre il centrosinistra, con in testa la leader all'ARS, Rita Borsellino, annuncia una mozione di sfiducia. xxxxxxxxxx E sulla sentenza Cuffaro interviene anche il presidente della Provincia di Agrigento, Enzo Fontana, per il quale il verdetto libera finalmente da una pesante macchia l’uomo Cuffaro e lo stesso governo regionale rispetto all’infamante sospetto di coinvolgimento in fatti di mafia. Sono certo e mi auguro, continua, che il Presidente Cuffaro, riuscirà a dimostrare la sua totale innocenza rispetto agli altri capi d’accusa. Oggi, conclude Fontana, per il Governo regionale si apre la possibilità di rilanciare la propria azione. E soddisfazione per l’esito della sentenza che esclude il favoreggiamento per mafia di Cuffaro, esprimono i consiglieri comunali dell’udc di Agrigento e gli assessori provinciali Catuara, Montaperto, Pace, Plicato e Bellino. xxxxxxxxxxxx Continua il rapporto epistolare tra Capodicasa e Zambuto. Due giorni fa il vice ministro aveva inviato una lunga lettera al sindaco per spiegargli le ragioni dell’impossibilità per il governo Prodi di varare una legge speciale per Agrigento, strumento, scrive, ormai superato. Forse, aggiunge Capodicasa, l'indirizzo giusto per ottenere eventuali leggi speciali non è Roma, ma la Regione Siciliana. Oggi risponde Zambuto il quale non ci sta e rincara la dose. Prodi, scrive, ha inserito in Finanziaria 27 provvedimenti specifici, eccezione fatta per Agrigento. Non posso addossare a Prodi colpe non sue sull'attuale stato di degrado della città, continua Zambuto, ma non mi sento di associarmi al coro dei difensori di ufficio del governo nazionale. Da sindaco che pone con convinzione la città sopra i partiti, conclude, sento forte il dovere di continuare a chiedere a Roma come a Palermo, a Prodi come a Cuffaro, al centrosinistra come al centrodestra, atti concreti in favore di Agrigento. xxxxxxxxxx Licata. Un pastore, Benedetto Licata, di 51 anni, è stato arrestato, stamani, perché trovato in possesso, nel suo ovile di contrada Montegrande, di una pistola calibro 7,65 con matricola abrasa e colpo in canna e di 50 proiettili. Indagano i carabinieri. E sempre a Licata due anziani, uno di 77 e l'altro di 70 anni, sono stati picchiati e rapinati. Entrambi sono stati seguiti dopo che avevano prelevato, uno la pensione di 900 euro e l'altro 200 euro, alla Posta. xxxxxxx Drammatica testimonianza in un’aula del Palazzo di Giustizia di Agrigento. Una bambina di appena 10 anni ha confermato, davanti al Gip del tribunale di Agrigento, Luigi Patronaggio, in sede di incidente probatorio, di avere subito violenza sessuale da parte dell'ex maresciallo dell'Aeronautica Antonio De Nicola, arrestato il 24 novembre scorso a Lampedusa. Il sottufficiale, che era in servizio alla base Loran dell'isola, attualmente, si trova agli arresti domiciliari a Viareggio, la sua città di origine.
 
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