Notiziario di Martedì 21 Febbraio 2006
Da anni è fuori dalle campagne elettorali e dai programmi di partiti e candidati. Parliamo della mafia con Cosa Nostra, invece, particolarmente sensibile e attenta alle vicende politiche che si giocano a Roma e a Palermo e anche in periferia, come testimoniano le inchieste giudiziarie degli ultimi anni. Probabilmente non sarà così per la prossima campagna elettorale in Sicilia. E questo per due ragioni: la candidatura, per l'Unione, di Rita Borsellino, nome e volto dell'antimafia in Sicilia e le vicende giudiziarie che investiono l'attuale Governatore. E Totò Cuffaro questo lo sa bene. Ecco perchè nei dibattiti televisivi e nelle interviste, come quella rilasciata ieri ad una trasmissione della Rai, rimarca come sia riduttivo e sbagliato intendere la competizione elettorale e la scelta dei candidati Cuffaro e Borsellino come uno scontro tra mafia e antimafia, perché, aggiunge, non è così. Tuttavia rivendica quello che più che una sua caratteristica considera un suo diritto: potere baciare e abbracciare chiunque. Avere rapporti diretti con i cittadini, dice, è una scelta politica, soprattutto con l'elezione diretta. Preferisco baciare una persona sbagliata piuttosto che non baciare nessuno. Tornando alla questione mafia, Cuffaro sottolinea come in Sicilia la mafia cambi colore a seconda degli affari che deve portare avanti, anche con le amministrazioni di centrosinistra. O la mafia non ha avuto in tanti anni rapporti con chi ha vinto le gare, oppure ha avuto anche rapporti con chi non è nè bianco nè nero, ma è rosso, aggiunge. C'e' poco da fare, prosegue: la mafia preferisce chi governa, a prescindere dal colore, perchè ci sono più possibilitè di fare affari. Infine, l'attacco a D'Alema che nei giorni scorsi aveva definito scandalosa la sua candidatura. Vorrei ricordare all'onorevole D'Alema che sono stato eletto parlamentare europeo; potevo tenere l'immunità che avevo ed invece ho scelto di lavorare in Sicilia pur sapendo di andare incontro ad un processo. Mi faccio processare con rispetto da un Tribunale, conclude e non accetto processi di piazza. E conclude ribadendo che in caso di condanna in primo grado si dimetterà e lascerà la politica.