Notiziario di Lunedì 26 Settembre 2005
Fu Caselli a fermere il blitz nel residence di via Bernini a Palermo nel quale era stato visto uscire Totò Riina. E’ la clamorosa rivelazione di Luigi Patronaggio, attuale presidente di sezione penale al Tribunale di Agrigento e ex Pm della DDA di Palermo e quel 15 gennaio 93, giorno della cattura del boss, magistrato di turno alla Procura. Patronaggio oggi ha deposto nel processo che vede imputati il prefetto Mario Mori, direttore del Sisde e il ten. colonnello dei carabinieri, Sergio De Caprio, conosciuto come Capitano Ultimo entrambi accusati di favoreggiamento nei confronti di Cosa nostra per avere ritardato la perquisizione nel covo di Riina. Fui avvisato dell'arresto di Riina, ha raccontato Patronaggio, direttamente da Caselli, che aveva ricevuto una telefonata dai carabinieri del Ros con i quali era in contatto diretto. Caselli ha gestito tutta l'operazione, ed era solo lui quello che aveva rapporti con Mori e De Caprio e tutti quelli del Ros, ha proseguito. Intorno alle 14 del 15 gennaio '93, ha ricostruito ancora Patronaggio, i carabinieri del reparto territoriale di Palermo erano pronti per effettuare la perquisizione al residence di via Bernini. Non conoscevamo la villa dalla quale era uscito Riina e per questo ci accingevamo a perquisirle tutte. Ma quando eravamo nel cortile della caserma, con le auto incolonnate e gli elicotteri pronti per decollare, ha proseguito, Caselli mi bloccò dicendomi che la perquisizione non si poteva effettuare e che non era tecnicamente opportuno eseguirla. Patronaggio durante la sua deposizione ha sottolineato che vi furono molte perplessità espresse dai carabinieri del reparto del ROS e che due giorni dopo l'arresto di Riina in procura iniziarono ad esserci ''campanelli di allarme'' su quanto era avvenuto subito dopo la cattura del boss latitante. A tutto ciò, ha concluso Patronaggio, si aggiungeva anche l'arrivo a Corleone della moglie di Riina, Ninetta Bagarella, insieme ai figli: un episodio che ci fece molto allarmare perchè da quel momento in procura venne alla luce che dietro l'arresto c'era qualche problema.