Notiziario di Sabato 1 Febbraio 2003
L’ultimo atto di una tragedia assurda. I funerali del piccolo Angelo Casà, 4 anni, morto il 27 gennaio scorso al Civico di Palermo dopo un intervento alle tonsille cui era stato sottoposto all'ospedale San Giovanni di Dio di Agrigento. Un Angelo volato in cielo ad inseguire gli aquiloni sui verdi prati del Paradiso, come recita questo manifesto. Troppo piccola la chiesa di San Giacinto Giordano Ansalone, nel quartiere Sant’Anna di Raffadali, per contenere la folla di familiari e parenti, ma anche di tanta gente comune che ha voluto rendere l’ultimo saluto ad Angelo e omaggio a papà Isidoro e mamma Jenny, così duramente colpiti e provati da un dramma ancora senza un perché. Tra la folla, anche il sindaco Nino Casalicchio a nome dell’amministrazione. Applausi all’uscita della piccola bara bianca adagiata sull’auto funebre e preceduta da quattro furgoni carichi di corone e fiori bianchi. All’interno, durante la messa officiata da don Stefano Nastasi, qualche momento di apprensione per il malore che ha colpito uno dei familiari del piccolo Angelo. I tuoi passi, ha detto nell’omelia don Stefano, sono i passi di colui che scala la montagna; una montagna, ha proseguito, che negli ultimi giorni si è trasformata in un vero e proprio calvario. Un calvario cominciato martedì 14 gennaio quando Angelo, tre ore dopo avere subito l’asportazione delle tonsille, ha un rigurgito di succhi gastrici che hanno determinato il mancato afflusso di ossigeno al cervello del paziente. Da qui la corsa prima alla rianimazione di Agrigento e poi, per decisione dei familiari, al civico di Palermo dove rimane in coma 13 giorni. Il 27 la morte, sulle cui cause la procura ha avviato un'inchiesta, coordinata dal PM Vallerin che ha già inviato alcuni avvisi di garanzia all’equipe medica del San Giovanni di Dio che ha sempre addebitato il decesso ad un rigurgito di succhi gastrici.