Notiziario di Lunedì 13 Gennaio 2003

Scongiurato, forse, l’intervento delle forze dell’ordine, programmato per domani, per procedere al trasferimento coatto di due famiglie Rom residenti nel quartiere Santa Marta di Agrigento, in pieno centro storico, non in regola con il permesso di soggiorno. Un’onta che quasi certamente verrà risparmiato ai due nuclei familiari, i cui membri adulti troveranno ospitalità nel centro di permanenza temporanea, mentre le donne e i bambini in centri sociali. A convincere a lasciare le case, prese regolarmente in affitto, è stato oggi il direttore della Caritas Diocesana, don Vito Scilabra, che, accompagnato da alcuni volontari, ha visitato le due famiglie. Il comune nel frattempo ha sbloccato il contributo di circa 2500 euro a favore delle due famiglie. I soldi, ha assicurato l’assessore alle Politiche Sociali, Melino Neri, sono già depositati in banca e pronti per essere utilizzati dai ROM. "Sarebbe auspicabile che le forze politiche e sociali, è il commento deciso ma anche amareggiato di don Scilabra, rivedessero i loro ruoli: non è possibile che chi opera nel sociale sia sempre impegnato in lotte contro i mulini a vento, né che la politica si blocchi in lenti meccanismi. Occorre creare le condizioni che facciano sentire ogni residente nel nostro paese membro della società". Di diverso tenore, invece, i commenti dei rappresentanti dell’Osservatorio Permanente sull’Immigrazione e dei consiglieri comunali dell'Ulivo. I primi parlano di campagna di discriminazione razziale condotta negli ultimi mesi ad Agrigento. Era davvero così necessario tutto questo?, si chiede l’Osservatorio. Eppure, soltanto qualche giorno fa, si legge ancora, il sindaco Piazza e la sua amministrazione partecipavano alle cerimonie del Natale ortodosso presso il Campo Nomadi di Contrada Galena. Quel gesto ci aveva sorpresi favorevolmente, ma invece, si conclude la nota, si trattava di una passerella politica. Da parte sua il gruppo consiliare dell'Ulivo denuncia l'incapacità di un potere politico insensibile ai valori umani. E’ sconfortante, scrivono Hamel, Licata e Lauricella, che, ancora oggi, si possano sentire termini quali “trasferimento forzoso” o “ricovero coatto” che richiamano alla mente i retaggi funesti di un tempo, non troppo lontano, nel quale si volevano separare gli uomini sulla base della loro appartenenza ad una etnia ad una religione o ad una cultura diversa. E concludono invitando Prefetto, Vescovo e altre istituzioni a trovare una soluzione diversa ed accettabile per le poche famiglie di Rom rimaste nel quartiere S. Croce di Agrigento.

• Notiziario
• Speciali

• La Nostra Storia
• Frequenze e Copertura
• Recapiti
• Pubblicità