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Arrestato a Palermo Filippo Guttadauro, capomafia di Brancaccio e portavoce del boss Matteo Messina Denaro. Era indicato col numero 121 nei pizzini di Provenzano
Notiziario di Martedì 18 Luglio 2006

Il suo nome, nel codice personale dei pizzini di Bernardo Provenzano, era cifrato col 121. Dietro quel numero si celava la figura di Filippo Guttadauro, cognato di quello che è ritenuto il nuovo capo di Cosa Nostra, Matteo Messina Denaro e fratello di Giuseppe Guttadauro, capomafia di Brancaccio e noto medico chirurgo. Filippo Guttadauro, arrestato oggi a Palermo, è considerato il "portavoce" del boss latitante Matteo Messina Denaro e avrebbe svolto la funzione di collegamento fra il capomafia trapanese e Bernardo Provenzano. Tra le prove principali che hanno portato all'arresto, avvenuto su ordine dei pm Massimo Russo, Michele Prestipino e Roberto Piscitello, ci sono alcune intercettazioni e una lettera manoscritta, priva di firma e data, ritrovata nel covo di Provenzano l'11 aprile scorso. Secondo i consulenti della Procura, la missiva sarebbe stata scritta proprio da lui. Al suo interno, Guttadauro si rivolge al boss con molta deferenza: "Carissimo, si legge, spero tanto di trovarla in ottima salute, lo stesso posso dirle di me, di tutti noi...". Nel testo, si fa poi riferimento a Matteo Messina Denaro, indicato con il nome di Alessio, e al capomafia di Agrigento, Giuseppe Falsone. Filippo Guttadauro, inoltre, avrebbe svolto per conto di Messina Denaro e di Provenzano, diversi incarichi importanti per risolvere contrasti tra le cosche di Trapani e Agrigento. Si tratta di "contrasti" che riguardano la gestione del pizzo imposto ad alcuni supermercati realizzati nell'agrigentino, i cui proprietari sarebbero però legati a Messina Denaro. Guttadauro nel '97 era già stato accusato di associazione mafiosa. Un altro duro colpo dello Stato all’assetto di Cosa Nostra, dopo la cattura di Provenzano a cui ha fatto seguito una raffica di arresti di boss e gregari. Un arresto che conferma, sottolinea Rita Borsellino l'impegno continuo di magistratura e forze dell'ordine. Le fa eco il senatore di Forza Italia, Carlo Vizzini, per il quale la marcia inesorabile dello Stato dimostra giorno dopo giorno che la mafia sarà sconfitta ed i mafiosi assicurati tutti al carcere duro.
 
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