Notiziario di Sabato 5 Aprile 2003
“Se entro martedì non verrà cancella la norma, mi dimetto”. Totò Cuffaro dà l’ultimatum ai suoi alleati e al Parlamento siciliano che venerdì sera aveva approvato un emendamento in base al quale l’Ars è chiamata a controllare il governo nelle definizione della programmazione dei fondi europei compresi quelli previsti da Agenda 2000 e in quelli degli accordi Stato-Regione. Un emendamento presentato dai due vicepresidenti del parlamento Salvo Fleres, di Forza Italia e Vladimiro Crisafulli dei DS e approvato in aula da una maggioranza trasversale. In Commissione Bilancio, invece, era stato bocciato. Da qui la furiosa reazione di Cuffaro che oggi in conferenza stampa non ha risparmiato attacchi e critiche alla stessa maggioranza che lo sostiene. Se c’è un problema politico, ha detto, è giusto che venga risolto. Sono rimasto vittima, ha ancora proseguito Cuffaro, di un'imboscata. Sono pronto a dimettersi con il conseguente scioglimento del parlamento siciliano. Quella approvata venerdì, ha proseguito, è una norma fuori da ogni logica del buon senso e fuori dai canoni di costituzionalità. In sostanza, il governo siciliano, prima di incontrare un ministro o di prendere qualsiasi decisione di intervento sui piani o sui fondi, deve passare prima dal parlamento regionale. Cuffaro al momento del voto non era presente in aula, ma ha annunciato che martedì prossimo presenterà una norma per cassare l'emendamento. E chiede, sulla questione, il voto di fiducia. Pronta la replica di Salvo Fleres: Un governo forte come quello siciliano non può temere il Parlamento nè sottrarsi a esso quando afferma le sue inalienabili prerogative di programmazione. Insomma, uno scontro istituzionale Governo-Parlamento, ma anche tutto interno alla Casa delle Libertà.