Notiziario di Mercoledì 9 Ottobre 2002
Il patto per l’Italia ha sancito l’impegno politico delle parti sociali del governo di far espandare l’economia del mezzogiorno attraverso il suo sviluppo economico e sociale oltre i livelli nazionali, e in parallelo risanare il tessuto sociale e la rete della pubblica amministrazione. Inizia così una lettera dell’ex presidente della Camera di Commercio di Agrigento Paolo Di Betta. Quest’ultimo afferma anche che occorrerà rimuovere gli ostacoli che si frappongono alla crescita occupazionale orientando gli investimenti alla innovazione dei prodotti, alla formazione del capitale umano e alla crescita delle imprese. Questo patto, ha proseguito Di Betta, rappresenta una sponda, una leva e una opportunità per chi vuole ottenere dei risultati. Una priorità dell’azione del governo è quella dell’attrazione degli investimenti nell’area da far crescere. Le altre priorità sono il potenziamento e la semplificazione dei sistemi di incentivazione, le azioni utili a far crescere la cultura d’impresa, il sostegno e lo sviluppo del sistema turistico orientato ad una offerta di qualità. Per Di Betta gli strumenti attuativi prioritari per l’attuazione di un programma di rilancio e sviluppo della provincia agrigentina si trovano all’interno della programmazione negoziata, e cioè l’intesa istituzionale di programma e i relativi accordi di programma quadro, nonché gli strumenti di gestione dei flussi finanziati per gli investimenti pubblici. Di Betta si chiede quali risultati si sta proponendo di ottenere dal patto per l’Italia la provincia agrigentina, chi sta lavorando in questa direzione, se le parti sociali costituite dalle organizzazioni imprenditoriali e dalle organizzazioni sindacali hanno costituito il tavolo di lavoro operativo e programmatica per la formulazione delle proposte. L’ex presidente della camera di commercio inoltre chiede ai partiti politici di entrambe le fazioni se si sono posti l’obiettivo di raggiungere tramite il patto per l’Italia. Di Betta conclude la sua nota scrivendo che per la provincia agrigewntina l’accordo di programma quadro tra stato e regione sui trasporti non prevede granché per la provincia agrigentina a cominciare dal porto di Porto Empedocle dove non è previsto alcun finanziamento per non parlare poi della rete ferrata e dell’aeroporto.