Notiziario di Martedì 8 Ottobre 2002
Sono sbarcati a poche decine di metri dallo stesso punto dove nella tragica notte tra il 14 e 15 settembre scorsi trovarono la morte 37 loro fratelli. Sono i 67 clandestini, quasi tutti di nazionalità liberiana, approdati nel primo pomeriggio di oggi a bordo del solito guscio di noce a Punta Bianca, vicino Capo Rossello, sulla costa di Realmonte. L'imbarcazione è stata avvistata a 3 miglia a sud di Punta bianca e successivamente è stata scortata dalle motovedette della Guardia Costiera e della Guardia di Finanza, sino a Porto Empedocle dove gli immigrati sono stati accompagnati negli uffici della Capitaneria di porto per l'identificazione. Sul posto, in pochi minuti, si sono portati gli addetti al soccorso e le forze dell’ordine per avviare le procedure di rito. Tra i 67 immigrati anche quattro donne ed una neonata di quattro mesi che sono state trasportate, a bordo di ambulanze, all’ospedale di Agrigento. Gli altri sono stati trasferiti, in pullman, al centro di permanenza temporanea di contrada San Benedetto. Gli immigrati, come detto, hanno dichiarato di provenire dalla Liberia, come i circa 150 approdati nella tragica notte del 15 settembre scorso, quando la loro imbarcazione si inabissò a causa delle avverse condizioni del tempo, provocando 37 vittime ufficialmente accertate, mentre furono 94 i superstiti. Dunque, si ripropone la tratta Liberia-Sicilia con approdo a Capo Rossello. Una conferma che dietro questi continui sbarchi potrebbe operare una vera e propria organizzazione con possibili basi logistiche in loco. Gli inquirenti sono anche al lavoro per accertare se i clandestini siano stati “scaricati” a mare da una grossa imbarcazione, come pare ormai stia avvenendo. Gli immigrati, infatti, arrivano a bordo di vecchie carrette che difficilmente riescono ad attraversare lo Stretto di Sicilia, con la lentezza di sbuffanti motori di cui erano stati dotati. Quasi spontaneo, dunque, pensare ad una nave con a bordo centinaia, forse anche mille clandestini, che vengono trasbordati verso imbarcazioni più piccole non appena il mare consente di percorrere le ultime miglia senza correre seri rischi di naufragio.