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Notiziario di Giovedì 13 Marzo 2008

Anche un uomo con le stampelle tra i 49 immigrati clandestini che ieri sera sono giunti a Lampedusa, soccorsi dal pattugliatore Libra della Marina Militare a 52 miglia a sud dell’isola. Nel gruppo anche nove donne e un bambino, tutte in buone condizioni di salute. Intanto, è allarme per l’ormai imminente scadenza della convenzione tra la Prefettura di Agrigento e l’associazione Medici senza frontiere che presta opera nell’isola. La vicenda è stata al centro di un incontro.
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Investimenti inadeguati, bassa occupazione, crescita del PIL ferma allo 0,9% a fronte dell'1,5% nazionale. E' un 2008 che si annuncia in stagnazione, quello venuto fuori dal report Sicilia del Diste, il Dipartimento di Studi Territoriali, realizzato con la collaborazione della Fondazione Curella e del Centro interdipartimentale universitario per il
monitoraggio del territorio. Dalla trentesima analisi previsionale dell’economia siciliana, presentata stamattina a Palermo, alla presenza dell'economista Pietro Busetta, presidente della Fondazione Curella e responsabile scientifico del Diste, emerge un quadro economico che non si discosta da quello del Mezzogiorno, caratterizzato da investimenti inadeguati e scarsissimi livelli di occupazione con un notevole abbassamento dei consumi dovuto alla contrazione del potere d’acquisto e alla perdita di fiducia delle famiglie. «Il Paese – ha spiegato Busetta – non ha risorse sufficienti per affrontare in maniera seria la problematica/opportunità del Mezzogiorno».
Anzi è ancora più grave, ha spiegato il presidente della Fondaziona Curella, la situazione siciliana la cui economia è stata caratterizzata nel corso del 2007 da un andamento congiunturale insoddisfacente e da una progressione delle variabili di domanda e produzione nettamente più debole rispetto alle dinamiche del resto del Paese.
Il rapporto sull'economia siciliana evidenzia infatti un calo dei consumi, legato alla pressione fiscale, una diminuzione delle vendite di merci prodotte in Sicilia sui mercati internazionale, un calo nell'occupazione, con una costante riduzione della domanda di lavoro e una ripresa dell'emigrazione; colpiscono - ha spiegato ancora l'economista - anche i circa 20 punti percentuali di differenza del tasso di occupazione, al 44% per la Sicilia, contro il 68,% del Nord Est e al 66% nelle regioni del Nord Ovest del Paese.
Per colmare tale differenza, ha aggiunto Busetta, sarebbe necessario, in Sicilia, un aumento di circa 700 mila nuovi occupati. Notizie positive, infine, arrivano dal settore del turismo e del terziario avanzato i cui investimenti presentano, secondo l'indagine Diste/Fondazione Curella, una certa vivacità nel periodo finale dello scorso autunno e dalle piccole imprese gestite da immigrati, in crescita. Passando, infine, al 2008, in Sicilia secondo le più rosee previsioni, dovrebbe registrarsi un complessivo appiattimento dell’economia esteso alla gran parte dei rami di attività, con un’unica eccezione rappresentata dall’agricoltura e dal ramo delle costruzioni.
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Mafia e appalti. Il giudice per le udienze preliminari del Tribunale di Palermo, Lorenzo Matassa, ha rinviato a giudizio l’ex assessore regionale al Territorio e Ambiente, Bartolo Pellegrino, il presunto capomafia di Trapani, Francesco Pace, poi Francesco Virga, figlio del boss Vincenzo Virga, l'imprenditore Michele Martines, il funzionario del Demanio, Francesco Nasca, e l'ingegnere Leonardo Barbara. Il processo inizia il 4 giugno innanzi al tribunale di Trapani. Un altro indagato, l'imprenditore Vincenzo Mannina, ha chiesto di essere giudicato con il rito abbreviato.
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Il Consigliere comunale del Partito democratico di Agrigento, Giuseppe Arnone, spolleva il caso dei 7 operai impiegati nella gestione dei gabinetti pubblici e a rischio licenziamento. Arnone si è rivolto al presidente del Consiglio, Carmelo Callari, perchè all’ordine del giorno di Sala Sollano sia inserito l’argomento legato alla vicenda dei sette lavoratori. Arnone ritiene che l’Amministrazione comunale intende licenziare i 7 per assumere al loro posto alcuni netturbini che non saranno trasferiti all’Ato rifiuti dove, nel frattempo sostiene ancora Arnone, vi sarebbe l’intenzione di assumere altri netturbini lottizzati politicamente.
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Si insedierà a giorni il nuovo commissario straordinario alla provincia regionale di Agrigento. Si tratta di Letizia Di Liberti che prenderà il posto di Enzo Fontana, dimessosi dalla carica per essere candidato alle elezioni Politiche alla Camera. Attualmente è il vice presidente Santino Lo Presti a reggere le sorti della Provincia.
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E adesso alcuni appuntamenti in programma a Favara. Domani alle 11 conferenza stampa di presentazione del Giardino della Memoria che verrà inaugurato sabato alle 11. Si tratta di un bene confiscato alla mafia destinato ad ospitare appunto il giardino della memoria. L’inaugurazione avverrà nel giorno della giornata della memoria dedicata alle vittime della mafia. E nel pomeriggio al castello chiaramonte prende il via il workshop di presentazione dei risultati del progetto da Agorà dei diritti al pino strategico. Coinvolti cinque comuni: oltre Favara, anche Aragona, Comitini, Ioppolo Giancaxio, Porto Empedocle e Raffadali. Tra i presenti anche Rosario Crocetta, sindaco di Gela, comune partner del progetto Agorà dei diritti.
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Giuseppe Pignatone, 58 anni, è stato nominato oggi dal Csm nuovo procuratore della Repubblica di Reggio Calabria. Attaulmente ricopriva il ruolo di procuratore aggiunto al Tribunale di Palermo. Entrato in magistratura nel 1974, Pignatone per un anno è stato pretore a Caltanissetta, procuratore facente funzioni a Termini Imerese e sostituto presso la Procura di Palermo. Il magistrato ha una vastissima esperienza di indagini e processi di criminalità organizzata. Pignatone ha coordinato le indagini che hanno portato alla cattura di Bernardo Provenzano, boss latitante per oltre 40 anni e di decine di inchieste antimafia. Esperto di misure patrimoniali, il magistrato ha coordinato le indagini da cui è nato il processo alle cosiddette talpe alla Dda di Palermo.
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Undici operai in 'nero' sono stati scoperti dalla guardia di finanza a Sciacca durante un controllo in un'impresa del settore della lavorazione di ferro e alluminio. Nell'azienda, che ha 21 lavoratori, soltanto 10 dipendenti erano regolarmente assunti. Le irregolarità riscontrate sono state comunicate alla direzione provinciale del lavoro di Agrigento, per la comminazione di eventuali sanzionali, che, stimano le Fiamme gialle, potrebbero arrivare fino a un massimo complessivo di 300.000 euro.
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Più di 500 metri di cavi di rame sono stati rubati lungo la tratta ferroviaria Canicattì - Castrofilippo e in contrada Bastianella dove ha subito un blackout un ripetitore televisivo. Al buio sono rimaste anche le residenze di un'intera contrada, all'ingresso di Canicattì. Indagano i carabinieri.
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Il rischio, adesso, è di una guerra tra poveri. Gli operatori ecologici, selezionati un anno fa e che aspirano ad essere stabilizzati, da oggi pomeriggio sono in assmeblea permanente nell’aula consiliare di Palazzo dei Giganti. A rischio la seduta d’aula di stasera sul caso Zambuto.
E arriva immediata la replica di Gaetano Mancuso, presidente della società d’ambito Gesa Ag2, che si dice sconcertato dalla presa di posizione del sindaco Marco Zambuto e del suo vice Massimo Muglia che, per uno starno gioco del destino, è stato il predecessore di Mancuso al verticve dell’Ato. Da parte di gesa, spiega, non c’è alcun atteggiamento irriguardoso o irriverente nei confronti dell'amministrazione comunale, né tanto meno si è voluto disattendere in alcun momento le richieste di integrazione del servizio avanzate dal comune di Agrigento. Le richieste a cui fa riferimento sono quelle di migliorare il servizio a costo zero. Come società, sottolinea ancora Mancuso, abbiamo fatto presente che le migliorie richieste dovevano necessariamente essere poste a carico del Comune o essere spalmate su tutti i comuni che fanno parte dell’Ato, ma solo dopo il formale assenso da parte dei soci a farsi carico anche dei costi del Comune capoluogo. Mancuso precisa inoltre che con il nuovo appalto del servizio il comune di Agrigento viene a risparmiare qualcosa come un milione di euro, a differenza dei piccoli comuni che hanno invece registrato un incremento dei costi. E la guerra tra Ato rifiuti e Comune di Agrigento rischia di mettere in un angolo la questione relativa al pagamento della terza rata dei rifiuti. Vicenda che avrebbe dovuto essere oggi al centro di un vertice a tre, tra Ato, Comune e Sindacati ed invece rinviata sine die.
 
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