Notiziario di Sabato 21 Aprile 2007

Indebite interferenze. Così i magistrati agrigentini, in un documento, fanno quadrato attorno ai vertici della procura di Agrigento, al centro di critiche e attacchi da parte di Legambiente. Ieri al termine di una assemblea i magistrati della sottosezione agrigentina dell’Anm hanno diffuso un documento nel quale denunciano presunte "indebite interferenze che finiscono con l'incrinare la fiducia dei cittadini nelle istituzioni". Vediamo.
I magistrati agrigentini fanno quadrato attorno ai vertici della Procura di Agrigento, al centro, da alcuni mesi, di critiche e attacchi con le iniziative, in particolare, condotte da Legambiente che da tempo accusa il procuratore capo Ignazio De Francisci di insabbiare importanti e delicate inchieste che riguardano il comune di Agrigento. Un caso approdato a livello nazionale dopo la pubblicazione, su Repubblica, di un ampio servizio. Peraltro, nei giorni scorsi, sei magistrati togati di Magistratura Indipendente e Movimento per la Giustizia, Antonio Patrono, Giulio Romano, Cosimo Ferri, Bernardo Petralia, Ciro Riviezzo e Mario Fresa, hanno chiesto un intervento del Csm a difesa di De Francisci, oggetto, avevano sostenuto, di accuse "delegittimanti" da parte del dirigente di Legambiente nonché vice presidente del Consiglio comunale di Agrigento, Giuseppe Arnone. E oggi in un documento, i magistrati della sezione agrigentina dell’Anm, nel prendere atto della richiesta di apertura di una pratica a tutela innazi al Csm, condannano quanti facendo uso legittimo del diritto di critica all’attività giudiziaria, strumentalmente utilizzano proprio questo diritto per fini particolaristici. Veri e propri attacchi denigratori, si legge ancora nel documento, che si traducono in interferenze nello svolgimento dell’attività giurisdizionale e che finiscono, continua ancora il documento, con l’incrinare la fiducia dei cittadini nelle istituzioni e nel corretto funzionamento del servizio giustizia, specie, si legge ancora, in un contesto ambientale particolarmente complesso e connotato da espressione di massima gravità della criminalità organizzata. I magistrati in pratica si dicono inoltre disponibili a recepire ogni critica costruttiva per l’eventuale miglioramento del servizio giustizia ed auspicano, al contempo, che il dibattito venga ricondotto in termini di civiltà giuridica, consentendo agli stessi magistrati di svolgere appieno e serenamente il proprio dovere nei confronti dei cittadini. Arnone aveva annunciato sempre nei giorni scorsi l’intenzione di raccogliere in un libro tutti i fatti specifici relativi alle anomalie di funzionamento della Procura agrigentina e di consegnarlo al Csm. L’impressione, insomma, che ad Agrigento il clima si farà ancora più caldo.

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