Notiziario di Venerdì 25 Agosto 2006

Si prevede un autunno caldo sul fronte della battaglia politica ad Agrigento. Oggi ad aprire le ostilità è il segretario provinciale della Cgil, Piero Mangione, che in un lungo documento compie un’attenta analisi sulla situazione economica e sociale in cui versa la provincia di Agrigento, proponendo un confronto e l’apertura di un dialogo tra tutte le parti interessate. Il servizio.
La Cgil di Agrigento apre la campagna d’autunno. Al centro della piattaforma: lo sviluppo di Agrigento. E’ giunto il momento che ognuno abbandoni i lidi d’agosto per tentare di avviare un dialogo orizzontale tra le forze politiche, economiche e sociali, tuona il segretario provinciale Piero Mangione, in una approfondita e incisiva analisi della situazione in cui versa la provincia di Agrigento. Mangione si rivolge proprio al presidente della Provincia, Enzo Fontana, per quella che chiama l’operazione verità. E’ un fatto, sostiene, che il neo assessore Regionale all’Industria, Giovanna Caldura, abbia richiamato i Presidenti dei consorzi Asi, tra cui quello di Agrigento, minacciando l’invio di commissari ad acta per i ritardi di Agenda 2000. Ed è altresì un fatto, prosegue il sindacalista, che la Dirigente del Dipartimento Regionale della Programmazione, Gabriella Palocci, abbia lanciato l’allarme al Governo Cuffaro essendo la Sicilia, compresa Agrigento, sul punto di perdere centinaia di milioni di euro di contributi comunitari, previsti nel Piano operativo regionale. Come è un fatto, prosegue, che l’assessore regionale al Bilancio, Lo Porto, abbia ammesso il bluff nell’accordo Stato-Regione a proposito dei fondi previsti nell’articolo 37 dello Statuto. Ed è un fatto che, sul fronte delle infrastrutture, l’unica opera per la provincia di Agrigento riguardi il miglioramento della statale 640 e che sul rigassificatore a Porto Empedocle ci sia la posizione contraria dell’Assessore Regionale al territorio, Interlandi e quella favorevole di Cuffaro. L’analisi a 360 gradi di Piero Mangione si sposta poi sulla mancata vendita del 51 per cento delle azioni regionali Italkali e sull’inerzia dell’Azienda delle terme di Sciacca, mentre è ormai certo, continua, che i Patti, i Piani e il Contratto d’area hanno mancato l’obiettivo di cambiare i connotati alla provincia, facendo la fortuna solo di Consulenti e Progettisti. Insomma, una provincia al collasso, ad un passo dal baratro. Mangione propone un confronto unitario, un tavolo comune che superi la politica dei facili annunci e dell’assenza di certezze. Sarebbe, conclude, un buon inizio di lavoro unitario.

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