Notiziario di Lunedì 13 Febbraio 2006
Dieci tra appartamenti e magazzini, due appezzamenti di terreno, quote societarie e una partecipazione proprietaria a una farmacia. Questi alcuni dei beni sequestrati dalla DIA all'ex deputato regionale dell'Udc, Vincenzo Lo Giudice e alla sua famiglia. I dettagli sono stati forniti in una conferenza stampa dal procuratore di Agrigento Ignazio De Francisci e dal responsabile provinciale della Dia Sabatino Piscitello. Vediamo.
Ha salvato solo la casa di via tenente La Carrubba, a Canicattì, dove abita con la famiglia e qualche altro cespite. Il resto delle proprietà a lui e ai suoi familiari riconducibili è stato sequestrato per disposizione della Direzione Investigativa Antimafia. In tutto 5 milioni e 200 mila euro, qualcosa come 10 miliardi del vecchio conio. Terreni, case, ville, quote societarie e azionarie e una farmacia, nel triangolo Canicattì, Caltanissetta e Ioppolo Giancaxio, che Vincenzo Lo Giudice, ex deputato regionale UDC, arrestato nel marzo 2004 nell'operazione Alta Mafia, avrebbe illecitamente acquisito. Beni anche della moglie e dei suoi tre figli. L'operazione, denominata in codice Summit, è il risultato di una indagine patrimoniale che la Direzione Nazionale Antimafia ha delegato alla procura di Agrigento e alla DIA. Insomma, il secondo tempo di Alta Mafia.
Adesso sarà il tribunale a decidere sulla confisca dei beni di Lo Giudice. Un passaggio non sempre agevole: infatti solo il 50 per cento dei beni sequestrati viene poi effettivamente confiscato e messo a disposizione della comunità.