Notiziario di Martedì 18 Ottobre 2005
Berlusconi ha dato ampie garanzie. Cuffaro ha preso atto, ma ha rilanciato l’ultimatum: se entro venerdì lo Stato non tira fuori i soldi per la Sicilia, si dimetterà. E’ questo, in sintesi, l’esito del faccia a faccia tra i due, preparato dal coordinatore regionale di Forza Italia, Angelino Alfano, stretto collaboratore del premier, al quale hanno preso parte ministri e parlamentari siciliani. Oggetto del contendere: il milardo e mezzo di euro che la Sicilia rivendica per le tasse non pagate dalle industrie che operano in Sicilia, oltre alle quote spettanti per le assicurazioni Auto, sulla base di un pronunciamento della Corte Costituzionale. Soldi che nella finanziaria 2006 il ministro Giulio Tremonti non ha inserito e che farebbero comodo invece a Cuffaro, alle prese con una manovra finanziaria all’insegna dei tagli e del rigore. Al vertice di oggi, svoltosi nello studio privato del premier, a Palazzo Grazioli, Berlusconi si è presentato in compagnia del vice di Tremonti, il sottosegretario all’Economia Giuseppe Vegas. Tremonti, dicono le agenzie, è stato costretto allo stop per un intervento chirurgico ad un ginocchio. E proprio a Vegas, Berlusconi ha affidato il compito di trovare una soluzione alle richieste finanziarie della Regione. E’ il segnale, ha detto il ministro per la coesione del territorio, Gianfranco Miccichè, dell’attenzione del premier perché la Sicilia veda soddisfatti i diritti acquisiti. Il ministro per gli Affari Regionali, Enrico La Loggia, ha ricordato che lo Statuto siciliano ha rango di legge costituzionale e che ci sono due sentenze della Corte costituzionale che vanno eseguite. Incontro, dunque, interlocutorio. Cuffaro alla fine non ha messo in soffitta l’ipotesi di dimissioni e dunque di chiusura anticipata della legislatura in Sicilia. Vedremo cosa succede, ha dichiarato. Prendo atto delle garanzie date dal presidente del consiglio, ma aspetto che tutto venga tradotto in decisioni operative.