Notiziario di Martedì 23 Novembre 2004

Mozione di sfiducia accompagnata da una petizione popolare. Obiettivo? Cacciare da Palazzo dei Normanni il presidente Salvatore Cuffaro. Il centrosinistra siciliano mette a punto strategie ed iniziative per arrivare alla richiesta di dimissioni del presidente. Nei prossimi giorni, ha stabilito il tavolo della coalizione, riunito ieri a Palermo, partirà una raccolta di firme fra i cittadini, una sorta di petizione popolare a sostegno della mozione di sfiducia politica che sarà presentata all'Ars fra gennaio e febbraio. Con la petizione popolare i partiti del Centrosinistra mirano a raccogliere oltre 200 mila firme. La Sicilia, si legge nel documento congiunto di DS, SDI, Margherita, Udeur, Verdi, Rifondazione Comunista, Comunisti Italiani, Italia dei Valori, Primavera Siciliana, sta attraversando una delle fasi più difficili della sua storia recente per la grave crisi economica e per gli effetti devastanti sul piano sociale. Tutto ciò, si legge ancora, è determinato anche dalla incapacità del governo e del suo presidente Cuffaro, il cui coinvolgimento nell’inchiesta giudiziaria rende ormai incompatibile la sua permanenza in carica con le speranze di riscatto del popolo siciliano. Dunque, il centrosinistra ritrova l’unità sulla mozione di sfiducia a Cuffaro che già Rifondazione comunista voleva presentare nel luglio 2003, all’indomani del primo avviso di garanzia contro il presidente. C'è quasi da essere commossi all'idea di servire da collante per la ricomposizione di un'opposizione ultimamente piuttosto scollata. Questo il sarcastico commento del presidente della Regione Cuffaro alla raccolta di firme per invitarlo alle dimissioni. Peccato, aggiunge, che non trovando altro su cui convergere l'unico punto di contatto dell'intera coalizione del centrosinistra sia una raccolta firme per chiedere le mie dimissioni. Forse non ricordano, prosegue, che i siciliani il loro parere sul mio conto lo hanno espresso quando mi hanno eletto alla presidenza della Regione e, recentemente, alle elezioni per rinnovo del Parlamento europeo. E conclude con un invito: alla Grande Alleanza Democratica consiglio di riorganizzarsi per raccogliere il consenso elettorale, che in politica è l'unica cosa che realmente conta.

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