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Acqua. Sindaco di Licata su dissalatore di Gela.
Notiziario di Venerdì 28 Marzo 2003

Immagini che risalgono a poco meno di un mese fa: l’inaugurazione, in pompa magna, del quinto modulo del dissalatore di Gela. Un evento atteso da anni. Con il nuovo impianto da 834 litri al secondo, si disse, l’emergenza idrica nel nisseno e nell’agrigentino, può ritenersi superata. Oggi la clamorosa denuncia del sindaco di Licata, Giovanni Saito: il quinto modulo del dissalatore di Gela, sostiene, produce acqua non ancora potabile, che viene utilizzata dall'industria ma non per usi civili. Come dire: non una goccia di acqua dal quinto modulo è arrivato ai rubinetti delle case. Per Gela e l'Agrigentino, insomma, restano ancora irrisolti i problemi idrici, aggravati dalla fermata per manutenzione del quarto modulo di produzione, con turni di erogazione ogni tre giorni. Nel frattempo si profila una situazione di ulteriore difficoltà: quando i sei moduli del dissalatore di Gela saranno in condizione di produrre a pieno regime, ci saranno disponibili solo 600 al secondo, poiché le attuali tubazioni non permettono di distribuire tutti gli 834 litri. Di questi 600 litri, metà sono destinati ai comuni dell’Agrigentino e metà per Gela e Niscemi. Il resto rischia di rimanere inutilizzato nei serbatoi. Al petrolchimico Eni, che gestisce 5 dei 6 impianti di produzione, sostengono che quando anche il quinto modulo bis sarà collegato alla rete, si potranno programmare le fermate periodiche degli impianti per manutenzione. Il Genio Civile di Caltanissetta ha intanto preparato il progetto esecutivo per la costruzione di 8 km e mezzo di condotta che raddoppia l'adduzione di acqua dissalata alle vasche di S. Leo, cioè alla partenza per Agrigento. Ma da Gela ad Aragona e Porto Empedocle l'attuale tubazione non permette una portata massima superiore ai 400 litri al secondo. Insomma, un problema ancora tutt’altro che risolto, come quello del dissalatore da realizzare a Porto Empedocle. Al di là degli annunci e della volontà politica, rimane il fatto, come hanno annunciato gli esperti, che l'acqua del mare empedoclino si può dissalare solo quando le condizioni meteorologiche sono buone, mentre quando il mare è agitato le strumentazioni dell’impianto sono incompatibili con la dissalazione. Un ostacolo non solo tecnico, ma anche di carattere economico tenuto conto che le soluzioni prospettate rischiano di far salire di parecchi milioni di euro il costo dell’impianto.
 
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