Notiziario di Martedì 18 Marzo 2003
Anche la mafia siciliana aveva il suo 'campo di sterminio'. Era a Bagheria, in uno stabilimento di proprietà del boss mafioso Leonardo Greco, oggi confiscato dallo Stato. Era lì che Bernardo Provenzano attirava le persone con un tranello e prima le strangolava e poi le scioglieva nell’acido. A raccontare i retroscena raccapriccianti di una vera e propria fossa della morte, è stato l'ex braccio destro del boss, Antonino Giuffrè, oggi collaboratore di giustizia. Giuffrè ha parlato di decine di persone uccise come accaduto negli anni '90 al piccolo Giuseppe Di Matteo, figlio di un pentito. Secondo Giuffrè, nel capannone, si sarebbero tenuti dei summit di mafia. Provenzano, racconta Giuffrè, stabilì il suo quartiere generale a Bagheria e precisamente nel deposito di ferro. Ogni giorno dava diversi appuntamenti. Coloro che riteneva nemici venivano strozzati sul posto e sciolti nell'acido. Bastava una parola, conclude, per lasciarci le penne.