Notiziario di Martedì 10 Dicembre 2002

È quasi scontro istituzionale sugli esiti della protesta, ieri sera, del deputato di Sicilia 2010, Calogero Miccichè, all’interno del centro di accoglienza temporanea di contrada San Benedetto di Agrigento, conclusasi con gli attimi di tensione quando il prefetto Nicola Simone, a giudizio di Miccichè, gli avrebbe intimato di consegnare il microchip della sua macchina fotografica. Come si ricorderà, Miccichè, per circa sei ore, si era barricato all’interno della struttura, già visitata una settimana fa e ritenuta un lager per via delle condizioni igienico-sanitarie assolutamente carenti. Condizioni che, rispetto a sette giorni fa, secondo Miccichè, sarebbero leggermente migliorate soprattutto nei bagni e nella salone mensa, ma nei dormitori e nel suo complesso la struttura, a suo giudizio, resterebbe invivibile. Ma oggi lo scontro è sulla decisione del prefetto di sequestrare la memoria della macchina fotografica di Miccichè che riportava immagini del degradato centro di permanenza temporanea. In una nota i deputati di 'Sicilia 2010' Leoluca Orlando, Giovanni Ferro, Salvatore Morinello e Salvo Raiti stigmatizzano l'operato del Prefetto che, a loro dire, ha leso la dignità istituzionale del deputato Miccichè. E invitano il presidente della Regione Cuffaro, e dell'Assemblea, Lo Porto, a ''intervenire energicamente presso il Prefetto Simone per ricordargli, fra l'altro, che Miccichè stava semplicemente svolgendo la propria funzione pubblica ed esercitando diritti propri da deputato''. Orlando, Ferro, Morinello e Raiti chiedono, ancora, ''in base a quale norma il responsabile dell'ordine pubblico di Agrigento ha cosi' agito ai danni di Miccichè, dal momento che un Centro di permanenza non è una zona militare''. E il caso approda anche sul tavolo del Ministro degli Interni Pisanu per una interrogazione del deputato dei Verdi, Paolo Cento. Interrogazione che a giorni presenterà anche il deputato della Amrgherita e leader nazionale di Legambiente, Ermente Realacci. Oggi Legambiente in una nota esprime solidarietà e condivisione per la battaglia intrapresa da Miccichè. La struttura di Agrigento, prosegue la nota, conferisce all’istituzione dei CPT un carattere barbaro e sicuramente lesivo dei più importanti principi di civiltà. Chiediamo, prosegue la nota, che anche la Chiesa ed in primo luogo l’arcivescovo Ferraro faccia sentire la propria autorevole voce su questa drammatica situazione che offende tanto chi la subisce quanto le coscienze di tutti noi.

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