Notiziario di Lunedì 3 Aprile 2000
Il sindaco di Gela, Franco Gallo, ha inviato una lettera al ministro degli interni, Enzo Bianco. "Da mesi - scrive Gallo - tento di convincere i responsabili regionali sull'emergenza idrica in Sicilia, ad adottare un provvedimento che, senza sostanziali spese, determinerebbe un miglioramento della qualità dell'acqua in distribuzione a Gela, (attualmente non potabile perché totalmente dissalata) e l'aumento della dotazione dei comuni forniti con l'acqua dissalata dal partitore di San Leo (Licata, Niscemi, Porto Empedocle, Agrigento, Canicattì, Palma di Montechiaro). Sin dal settembre, prosegue il sindaco di Gela, avevo chiesto che l'EAS acquisisse alcuni pozzi ricadenti nel bacino di vincolo Giardinelli (in territorio di Comiso, ma asserviti, con decreto del ministro dei lavori pubblici, agli usi potabili di Gela e Vittoria) e ciò, aggiunge Gallo, per l'estrema convenienza ed utilità dell'operazione. Tra l'altro, precisa il primo cittadino di Gela, si risparmierebbe il 90% sul prezzo di produzione, si avrebbe una migliore qualità e c'è già la condotta.Tale proposta, che - aggiunge Gallo - è già stata condivisa dalla conferenza di servizi sui problemi dell'approvvigionamento e della qualità dell'acqua, convocata lo scorso ottobre a Caltanissetta. Però - aggiunge il primo cittadino di Gela - la Regione non ha inserito tale proposta nella redigenda ordinanza sull'emergenza idrica, Perché, chiede dunque il sindaco Gallo al ministro Bianco, si preferisce pagare all'ENI la dissalata a 1300 £ al metro cubo, piuttosto che utilizzare l'abbondante e migliore acqua di falda acquisibile a 150 lire al metro cubo, con un risparmio di 20 milioni al giorno?