Notiziario di Lunedì 22 Novembre 1999

Tra l'aforisma e i buoni consigli per una sana gestione finanziaria.Così si può presentare il discorso di ieri ad Agrigento del governatore della Banca d'Italia Antonio Fazio che al palacongressi ha ricevuto un riconoscimento speciale nel contesto del Premio internazionale di Scienze umane, promosso dall'Accademia di studi mediterranei ''Lorenzo Gioeni''. Fazio ha lanciato una serie di riflessioni all'attento uditorio. Una serie di flash che hanno colpito nel segno come quando ha detto che sono note ''le difficoltà economiche e civili di queste terre'' O come quando ha sostenuto che se il profitto " nasce da attività illegali e disoneste , questo va sicuramente a vantaggio di " chi lo produce, ma danneggia gli altri e la società anziché arricchirsi si impoverisce.Il governatore si è molto soffermato su due direttrici. Una l'esaltazione etica e morale del valore della legalità e dal fuggire da qualsiasi tentazione verso attività illecite. L'altra direzione quella del valore dello studio e della scuola. Questi ultimi " sono la spesa - sostiene Fazio - e l'investimento che nel tempo danno i più alti frutti per i singoli e per la società.Rivolto agli operatori del credito, il governatore li ha esortati a rifiutare come " la peste il denaro che può provenire da attività illecite".Tante le suggestioni presentate da Fazio in una grammatica poco aggettivata. Tra queste anche un grande richiamo alla chiesa che " con la sua alta visione offre costantemente - sostiene il governatore - il suo insegnamento per ben operare, per infondere fiducia e speranza".Alla fine si è avuta l'impressione che dietro la sobrietà del dire di Fazio si rivelasse un invito ad operare sobriamente, lontano dai clamori e dalle polemiche, lontano dalle facili promesse e dalle demagogie. Operare nella direzione di un realismo critico e del primato della legge.

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