Notiziario di Martedì 16 Maggio 2006
Una storia di pedofilia dietro il barbaro omicidio di Francesco Ferreri, il 13.enne di Barrafranca, in provincia di Enna, assassinato lo scorso 18 dicembre. Oggi, al termine di 5 mesi di indagini, sono state arrestate 5 persone, tra cui l'assassino del ragazzo. Decisiva anche la collaborazione di un testimone oculare. Vediamo.
E’ uscito dalla caserma dei carabinieri in lacrime, Giuseppe Faraci, il ventunenne accusato dell’omicidio del piccolo Francesco Ferreri, il piccolo di tredici anni assassinato il 18 dicembre scorso nelle campagne di Enna con tredici colpi di chiave inglese alla nuca. Insieme a lui, altre quattro persone sono finite in manette, nell’ambito di questa orrenda, ed assurda storia di violenza e pedofilia. Sono Calogero Mancuso 40 anni, Antonio Lo Bue di 39, Salvatore Randazzo di 20, accusati di violenza sessuale aggravata in concorso e diffusione di immagini pedo-pornografiche. Nelle mani della giustizia anche un minorenne di 14 anni. Giuseppe Faraci avrebbe barbaramente ucciso il piccolo Francesco, dopo che gli altri avevano tentato di violentarlo senza però riuscirci. La svolta nelle indagini anche grazie a un testimone. Un ragazzino che avrebbe raccontato ai carabinieri di aver visto quella sera, salire Francesco Ferreri, in macchina con degli adulti. Un aiuto fondamentale, per un caso che inizialmente si pensava potesse essere risolto subito, ma che col tempo, causa anche il denso velo di omertà formatosi intorno, aveva assunto i connotati di un giallo. Ma dopo cinque mesi di indagini serrate, con l’ausilio della tecnologia e dell’esperienza dei carabinieri e della polizia postale, il cerchio è stato chiuso. Le indagini sono state coordinate dal procuratore capo di Enna, l’agrigentino Salvatore Cardinale, e dal tribunale dei minori di Caltanissetta. Nei computer di due delle cinque persone arrestate, sono state trovate tracce di visite a siti internet pornografici per pedofili, dove è possibile vedere anche immagini di bambini violentati e uccisi. I due, per far sparire le tracce, avevano più volte formattato il computer, ma come detto il lavoro della polizia postale di Catania, che è riuscita a far riemergere questi file nascosti, li ha incastrati. In alcune macchine fotografiche digitali inoltre, sono state scoperte foto di bambini nudi, fatte in campagne e stalle. Una storia orrenda, che svela gli scenari vergognosi di una devianza mentale che troppo spesso ormai sta prendendo piede, coinvolgendo vittime innocenti e disarmate. Adesso giustizia è stata fatta: un po’ di pace forse, per il piccolo Francesco.