Notiziario di Venerdì 25 Novembre 2005

Passa al consiglio comunale di Agrigento la manovra finanziaria da quasi 11 milioni di euro. Ieri sera l’aula, al termine di un animato dibattito, ha approvato la delibera di accertamento degli equilibri di bilancio, sulla quale pesava la diffida della Regione che aveva concesso a Palazzo dei Giganti il termine del 30 novembre per il varo definitivo. Il provvedimento ha avuto 15 si, 6 no e tre astenuti. A favore, naturalmente, hanno votato i consiglieri della maggioranza di centro destra, mentre voto contrario hanno espresso i 5 consiglieri dell’opposizione più Capraro dell’Udc che da tempo ha assunto una posizione assai critica nei confronti del sindaco Piazza. Astenuti i due consiglieri dell’MPA, Marchetta e Bongiorno e Vetro del Nuovo PSI. Una manovra, come detto, da 11 milioni di euro, per la precisione 10 milioni e 756 mila euro, destinata ad equilibrare i conti in entrata e in uscita. La voce più importante e rilevante della manovra riguarda la vendita degli immobili, i cosiddetti gioielli di famiglia, per i quali il comune conta di incassare 852 mila euro. Soldi, tuonano oggi i tre consiglieri dell’Ulivo, Hamel, Licata e Lauricella, che servono a tappare i buchi del bilancio, poca cosa, proseguono, rispetto a quello che definiscono lo sperpero di un milione e 200 mila euro per inutili consulenze. Una manovra, proseguono, che riversa sui cittadini aumenti di costi, tariffe, bollette e balzelli e nello stesso tempo una manovra che cancella gli interventi di solidarietà sociale e che non considera il disagio di Monserrato e Villaseta. Sulla stessa lungheza d’onda il coordonatore cittadino della Margherita, Renato Rametta, per il quale non si era mai verificato nella storia di Agrigento che il comune arrivasse a vendere propri beni per ripianare il bilancio. Rametta inoltre critica i consiglieri di maggioranza che con il loro atteggiamento hanno determinato la nomina di un commissario ad acta per il conto consuntivo, una scelta, conclude, assolutamente antidemocratica.

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