Notiziario di Giovedì 18 Agosto 2005
Oggi si trova in uno stato di totale abbandono. Un ammasso di rovine, di ricettacolo di rifiuti e di materiale a rischio. Ma per anni la miniera Cozzo Disi di Casteltermini, uno dei più importanti e vasti giacimenti di zolfo della Sicilia e d'Europa, ha dato lavoro a migliaia di persone. La miniera è stata proprio, il caso di dirlo, una miniera di ricchezza e prosperità per i cittadini di Casteltermini e per quelli dei comuni vicini. Protagonista, anche, delle vicende dei "carusi", i bambini che lavoravano in condizioni misere nelle viscere della terra. Fu verso la fine dell'800, con la scoperta all'interno del territorio di Casteltermini di numerosi giacimenti di zolfo, che nacque l’attività estrattiva, nuova prospettiva di lavoro che frenò, negli anni 50, il flusso migratorio di tanti cittadini. Poi nell'agosto del 90 la fine del sogno industriale, con le note vicende legate all'Italkali. E per l'economia della zona comuncia il lento e progresso declino, segnato non solo dalla chiusura della miniera, ma anche del pastificio "San Giuseppe" e dell’industria di Sali Potassici che ha costretto gran parte dei giovani ad emigrare al Nord. Adesso di Cozzo Disi si vuol fare il primo museo minerario della Sicilia. C'è già un impegno finanziario della Regione di tre milioni e 860 mila euro. La Rgeione ha predisposto uno studio sullo stato dei luoghi e dei fabbricati presenti nel sito, giungendo alla predisposizione di un progetto definitivo di recupero e riqualificazione che prevede anche allacciamenti di servizi e quanto necessario alla funzionalità della struttura una volta recuperata. Ma ancora il progetto tarda a decollare.