Notiziario di Giovedì 18 Novembre 2004
Rompa gli indugi e si faccia paladino dell’aeroporto. E’ il passo finale della lettera che l’ex presidente della Camera di Commercio e fondatore dell’Azienda Aeroporto Valle dei Templi di Agrigento, Paolo Di Betta, ha inviato al presidente dell’ENAC, l’agrigentino Vito Riggio, per contestare le perplessità ribadite anche nei giorni scorsi circa l’opportunità di realizzare lo scalo a Racalmuto. La Sicilia, aveva detto Riggio, non ha bisogno di altre aeroporti. E nel gennaio scoro lo stesso Riggio ebbe modo di bocciare il progetto, ritenendolo non compatibile né dal punto di vista economico, né da quello tecnico. In particolare, contestò la stima delle 700 mila persone, quale ipotetico bacino d’utenza di passeggeri che possono servirsi dello scalo. E’ veramente angosciante, scrive Di Betta, il suo accanimento contro la realizzazione dell’aeroporto. Ancor più angosciante, prosegue, assistere al silenzio dei politici agrigentini. Se fosse successo nella Padania, continua Di Betta, i deputati di quell’area avrebbero chiesto le sue dimissioni e quelle del ministro Lunardi. Nella lettera Di Betta spiega i vantaggi dello scalo: immagini, scrive ancora, cosa sarebbero oggi la valle dei templi e i 300 chilometri di spiaggia se l’aeroporto fosse stato realizzato 30 anni addietro. L’aeroporto, conclude Di Betta, non risolve tutti i problemi, ma aiuta a renderli meno gravosi. Opera impossibile, invece, la definisce Giuseppe Arnone di Legambiente. Impossibile, scrive, perché l’aeroporto dovrebbe essere finanziato con fondi europei di Agenda 2007-2012 dei quali, al momento, non si sa nulla. E ancora perché l’opera non sarà tra le aree prioritarie di finanziamento, delle quali godono i paesi dell’Est. Fa bene inoltre Riggio, a giudizio di Arnone, a ricordare che un aeroporto per potere funzionare deve avere un milione di passeggeri l’anno, circa 2500 al giorno e dunque a non tenere conto di rapporti più o meno fantasiosi di economisti poco accorti o forse furbi.