Notiziario di Sabato 17 Aprile 2004
Si è conclusa questa mattina intorno alle 3 l’odissea delle 108 persone a bordo di una imbarcazione in legno di 15 metri di cui non si avevano notizie da oltre 24 ore. La carretta dei clandestini tra cui 15 donne e tre bambini è stata agganciata ieri intorno alle 22 da una nave mercantile tunisina, la Kapitan Falinè che li ha condotti al porto di Sfax. L’operazione di trasbordo è stata guidata da un elicotteri della Guardia di Finanza. L’imbarcazione fantasma che aveva eluso anche i radar più sofisticati quindi non si è capovolta. Nessuna nuova tragedia nel canale di Sicilia anche se c’è mancato poco. Con mare forza sei-sette e onde alte ben sette metri è stato davvero un miracolo che non sia morto nessuno. In quasi 24 ore il guscio di legno ha effettuato più di sessanta miglia, spostandosi grazie alle correnti, da sud-est a sud-ovest. Il segnale giunto alla sala operativa della Capiraneria di porto di Palermo, che ha coordinato le ricerche, ha messo subito in allerta i soccorsi che sono proseguite grazie alle autorità italiane, quelle maltesi alle 18 avevano deciso di gettare la spugna. Tutto sommato malgrado il grave pericolo l’equipaggio gode di ottima salute ma purtroppo il sogno di raggiungere l’Italia per queste 108 persone si è infranto. Gli extracomuntari, quasi tutti eritrei che sono fuggiti dal loro Paese dove si fa davvero la fame, devono la vita a Sel Zerea, una eritrea che vive in provincia di Bergamo. La donna era stata contattata da un cugino tramite un telefonino satellitare che si trovava a bordo della carretta. Sel Zerea a quel punto ha contattato la questura di Bergamo; quest’ultima ha immediatamente contattato quella di Agrigento ed in questo modo è partito l’allarme che ha messo le imbarcazioni italiane e altre unità battenti bandiere di diverse nazionalità del canale di Sicilia. Un grande dispiegamento di forze, mosso da quella telefonata e che finalmente ieri sera ha portato all’avvistamento del barcone.