Notiziario di Giovedì 4 Dicembre 2003
Dopo la strage di Capaci i boss di Cosa nostra progettarono di uccidere l'ex ministro Calogero Mannino, ma l'iniziativa venne accantonata e i vertici della Cupola decisero improvvisamente di assassinare Paolo Borsellino. Lo afferma il pentito Giovanni Brusca in un verbale del 27 aprile 2002, rimasto fino ad oggi inedito. Il collaboratore precisa ai pm della Dda di Caltanissetta, che indagano sui mandanti occulti delle stragi del '92, che la decisione di uccidere Borsellino fu segnata da una accelerazione. Il pentito ricorda inoltre che dopo aver letto nel 1993 un articolo in cui si diceva che Paolo Borsellino stava indagando su Vittorio Mangano, il fattore della villa di Arcore, Cosa Nostra avrebbe fatto arrivare un messaggio a Berlusconi in cui si diceva: Guarda che la sinistra sapeva, intendendo, in senso lato, per sinistra, le posizioni dell'onorevole Mancino, all'epoca ministro degli Interni. Intanto beni per 500 mila euro sono stati confiscati dal Gico del Nucleo regionale di polizia tributaria della Guardia di Finanza di Palermo al boss latitante Cosimo Vernengo, condannato all'ergastolo proprio per la strage di via D'Amelio.