Notiziario di Mercoledì 26 Aprile 2006
Nuove scoperte dalla masseria - covo dove l'11 aprile è stato arrestao il boss Bernardo Provenzano. Stamani è stata recuperata una sofisticata apparecchiatura con la quale, secondo gli inquirenti, il capomafia controllava possibili intercettazioni ambientali. Intanto per i magistrati sarebbe proprio Matteo Messina Denaro, che oggi compie 44 anni, il nuovo capo della Cupola. Vediamo.
Ai suoi picciotti, ai suoi fedelissimi non raccomandava altro: attenzione alle intercettazioni, alle microspie e alle telecamere, faceva sapere attraverso i pizzini. Naturale, dunque, che anche lui, il superboss Bernardo Provenzano, si attrezzasse a dovere per contrastare la tecnologia che le forze dell'ordine mettono in campo nella ricerca dei latitanti. Oggi la conferma, con la scoperta nella masseria - covo di contrada Montagna dei Cavalli, a Corleone, di un apparecchio per rilevare la presenza di campi energetici. Gli investigatori devono ancora appurare se il tester è funzionate e se poteva servire anche a segnalare l'eventuale presenza di microspie. Un ritrovamento che non ha sorpreso più di tanto gli investigatori dell'Ert e della Scientifica che da giorni controllano palmo a palmo la masseria. Oggi intanto era previsto l'avvio degli scavi, con una ruspa, alla ricerca di eventuali nascondigli. Ma le operazioni sono state rinviate a causa del maltempo. SI continua con i sondaggi manuali. Intanto gli inquirenti si interrogano sul possibile successore di Provenzano ai vertici di Cosa Nostra. L'obiettivo è rivolto ai nomi dei due boss latitanti Matteo Messina Denaro e Salvatore Lo Piccolo. Oggi Messina Denaro compie 44 anni, un compleanno che potrebbe assumere un significato diverso in una fase in cui "u siccu", come è soprannominato, potrebbe arrivare al vertice della Cupola dopo l'arresto di Bernardo Provenzano. Gli investigatori stanno cercando di decifrare le decine di 'pizzini' trovati nella masseria di Montagna dei cavalli, a Corleone, dove è stato catturato il padrino latitante, e dove potrebbe essere stato nascosto l'archivio del superboss. Matteo Messina Denaro, condannato quattro anni fa all'ergastolo per le stragi di Roma, Firenze e Milano, rappresenterebbe l'ala militare dei corleonesi per i suoi trascorsi legami con Giovanni Brusca e Leoluca Bagarella. Salvatore Lo Piccolo, invece, apparterrebbe alla "vecchia guardia", l'ala più 'moderatà di Cosa nostra, quella impersonata da Bernardo Prevenzano. Due profili diversi per due mafiosi di rango la cui ascesa al vertice non può prescindere dal radicamento col territorio e col potere che esercitano dal punto di vista 'militare' e 'politico'.
