Notiziario di Venerdì 1 Aprile 2005

Era una delle accuse più gravi ed infamanti: concorso esterno in associazione mafiosa. Accusa caduta del tutto. Per Totò Cuffaro, presidente della Regione, è arrivato il proscioglimento da parte del GUP del Tribunale di Palermo, Giacomo Montalbano, che ha archiviato il procedimento a suo carico, nell’ambito di un filone di indagine sulle cosiddette talpe alla DDA. Anche il PM della Procura aveva chiesto il proscioglimento. Il presidente della regione, ricordiamo, è però imputato nel processo per il reato di favoreggiamento nei confronti di Cosa Nostra. Cuffaro in questo dibattimento deve difendersi dall’accusa di avere appreso informazioni riservate su indagini svolte dalla Dda da una ''fonte romana'' e da Antonio Borzacchelli, ex ufficiale del ROS dei Carabinieri e deputato regionale UDC, arrestato qualche mese fa e sotto processo. Proprio oggi, davanti alla seconda sezione del Tribunale di Palermo, è stato sentito Alfonso Sciangula, figlio dell’ex deputato DC, Salvatore, morto nel giugno del 95. Alfonso Sciangula ha dichiarato che suo padre pagava Borzacchelli in cambio di informazioni sulle indagini che lo riguardavano. Rispondendo alle domande del PM, Sciangula ha ricostruito la carriera politica del padre, ricordando che fu un militante della DC, che ricoprì la carica di assessore regionale ai Lavori Pubblici e poi al bilancio. Il teste ha quindi ricordato la bufera giudiziaria che travolse il padre nel 1993. Poi le rivelazioni su Borzacchelli: l'ho conosciuto dieci giorni dopo la morte di mio padre, ha raccontato, mi si presentò come un suo grande amico, ma io ero diffidente. La ragione della diffidenza stava nel fatto che un’ex collaboratrice del padre gli aveva raccontato che Borzacchelli era un informatore del comitato d'affari del quale facevano parte il padre, altri politici e imprenditori siciliani, tra cui Filippo Salamone. Il giovane ha infine raccontato che confidò le sue perplessità su Borzacchelli all'ex presidente della Regione Rino Nicolosi: ''lui mi fece capire che lo conosceva bene, ha concluso, che era una palla al piede ma che doveva stare lì. E nella stessa udienza di oggi è stato sentito anche un dipendente della clinica Villa Santa Teresa di Bagheria, Roberto Rotondo, che ha riferito di alcuni incontri tra Cuffaro e Michele Aiello, proprietario della clinica.

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