Notiziario di Mercoledì 2 Maggio 2007
La DDA di Palermo ha fatto luce su un duplice omicidio commesso a Canicattì. Un’ordinanza di custodia cautelare in carcere è stata notificata ad otto persone accusate dell’omicidio di Antonio Costanza, imprenditore di Favara e Antonio Di Caro, detto «u dutturi», laureato in Agraria, figlio del boss di Canicattì, avvenuto il 23 giugno del 1995. I provvedimenti sono stati notificati in diverse carceri italiane a Luigi Putrone, collaboratore di giustizia, Giuseppe Gambacorta, Leoluca Bagarella, Arturo Messina, Giovanni Aquilina, Giuseppe Fanara, Vincenzo Licata. Secondo quanto è emerso dalla indagini, suffragate dalle dichiarazioni di Luigi Putrone e di Giovanni Brusca, l’omicidio di Antonio Di Caro venne deciso da Cosa nostra perché fu ritenuto l’uomo che avrebbe facilitato la cattura dell’ex capo provinciale di Cosa Nostra, Salvatore Fragapane, di S.Elisabetta, fermato dai carabinieri nei primi mesi del ’95, dopo un conflitto a fuoco. Antonio Di Caro, che ebbe anche un ruolo di carceriere per il piccolo Santino Di Matteo, fu attirato in un tranello a San Giuseppe Jato, nella proprietà di Brusca insieme ad Antonio Costanza, l’imprenditore che secondo i sospetti di Cosa nostra aveva aiutato Di Caro. Per i due non ci fu scampo.