Notiziario di Mercoledì 21 Febbraio 2007
"L'ho fatto perché me lo ha detto Dio. Mio figlio era posseduto dal diavolo". E' quanto ha detto Marie Auguste Tineke Stevening, 23 anni, la donna che domenica ha acoltellato alla gola il suo piccolo di appena sei mesi davanti al gip del Tribunale di Agrigento Walter Carlisi che l'ha interrogata oggi per l'udienza di convalida. Il giudice per le indaini preliminari ha disposto, su richiesta del pubblico ministero Adriano Scudieri, il ricovero della donna in una struttura psichiatrica carceraria. Il legale della donna, Silvio Miceli aveva chiesto i domiciliari presso una struttura di assistenza, e di chiedere una perizia medica per valutare le condizioni psicologiche della donna, che con ogni probabilità sarà tradotta a Castiglion delle Stieve in provincia di Mantova. Il gip non ha invece convalidato il fermo ma per una mera questione procedura non sussistendo più il pericolo della fuga. Maria Auguste Tineke Stevening ha anche ammesso di avere colpito il bimbo al collo con un coltello a serramanico ed ha anche confessato di detenere la droga trovata in casa sua, circa 500 grammi tra hashish e marijuana, per fini di spaccio. Ed intanto è ancora in coma nel reparto di prima Rianimazione dell' ospedale Civico di Palermo, il piccolo Daniel. "Le condizioni sono stazionarie e quindi rimangono gravissime, come spiega il primario del Reparto Rianimazione del Civico di Palermo, Mario Re. Oggi il bambino non sarà sottoposto ad alcun esame perché sarebbe a rischio". "Stiamo facendo di tutto per salvarlo ma le condizioni del bambino sono molto critiche". Al neonato come si ricorderà è stato riscontrato anche un edema cerebrale da trauma, fatto questo, che oltre all’accoltellamento lascia pensare che la donna avrebbe percosso violentemente e ripetutamente la creatura.