Notiziario di Venerdì 3 Febbraio 2006
Gestivano un racket per la tratta di immigrati, che venivano sottoposti a violenze e maltrattamenti e istruiti ad eludere i controlli in Italia. Non si tratta di scafisti improvvisati, ma italiani bene organizzati con basi nelle principali città del Paese, che hanno diretto la tratta di migliaia di esseri umani da Sudan, Marocco ed Egitto attraverso le coste della Libia. L'operazione "Abid" (che in arabo vuol dire "schiavo") della Polizia di Stato, coordinata dalla Procura distrettuale di Catanzaro e dalla Procura nazionale antimafia, ha portato all'esecuzione di 31 provvedimenti di fermo, emessi contro altrettante persone accusate di avere fatto parte di un'organizzazione che avrebbe gestito, traendone notevoli somme di denaro, numerosi sbarchi di immigrati africani a Lampedusa. Alcuni dei componenti la banda sarebbero tra l'altro responsabili degli omicidi di due cittadini nigeriani e di violenze sessuali su uomini donne e bambini durante il loro trasferimento dalla Liobia all'Italia. L'operazione, secondo quanto riferito dalla Polizia, è stata resa possibile grazie anche agli accordi di cooperazione stretti con la Libia. Gli sbarchi di immigrati gestiti dall'organizzazione sarebbero stati in tutto 13.