Notiziario di Giovedì 26 Gennaio 2006
Con la relazione del segretario Italo Tripi, si è aperto oggi a Taormina il 13.esimo congresso regionale della Cgil. Ad animare la vigilia dei lavori è stata la decisione dello stesso Tripi di non invitare il presidente della Regione, Cuffaro. Il servizio.
Un presidente peronista. Per questo non l’abbiamo invitato. Italo Tripi, segretario regionale della Cgil, giustifica così la scelta, definita politica, di non invitare al 13.esimo congresso siciliano del sindacato, aperto questa mattina a Taorimina, il Governatore della Sicilia, Salvatore Cuffaro. Una decisione che ha sollevato non poche polemiche. Con questa scelta, ha sostenuto Tripi, abbiamo voluto contestare il modo di intendere le relazioni sindacali del presidente Cuffaro che considera un intralcio e un fastidio il confronto con i sindacati, tant' è che Cgil Cisl e Uil non hanno concluso un solo accordo su questioni strategiche. Tripi ha sottolineato che "per la Cgil non esistono governi amici o nemici: il sindacato - ha rilevato - giudica i governi dagli atti che compiono e dalla capacità di interlocuzione che sanno mettere in campo con le parti sociali". Una relazione, la sua, tutta imperniata sulla situazione in Sicilia. E’ cominciato, ha detto, per la Sicilia un conteggio alla rovescia che dovrà portare l'isola, da oggi al 2013, a camminare sulle proprie gambe creando ricchezza e reddito attraverso meccanismi produttivi e di qualità: occorrerà dunque invertire l'attuale ciclo e smetterla di perdere tempo e risorse". Tripi ha indicato che "la lotta alla mafia e la funzione di indirizzo della Regione sono i presupposti per uno sviluppo produttivo dell'Isola in vista dell'apertura dell'Area di libero scambio, nel 2010, e della fine dei finanziamenti europei nel 2013". Due temi che chiamano in causa la funzione della politica che, ha sostenuto il segretario della Cgil, "non può limitarsi al ruolo di testimonianza, nel caso della lotta alla mafia, ma deve esercitare una funzione di prevenzione" e che "deve restituire alla Regione quella funzione di indirizzo che non è in grado oggi di esercitare". Il quadro macroeconomico della Sicilia presentato da Tripi non è roseo: previsioni di crescita zero per l'anno in corso, tasso di disoccupazione doppio rispetto a quello nazionale, modesto incremento del numero degli occupati, appena il 3,1 per cento, riconducibile alle regolarizzazioni di immigrati. Secondo Tripi "occorre invertire l'attuale meccanismo e puntare su bilanci severi e sulla ripresa di una produzione di reddito basata su uno sviluppo qualificato e competitivo".