Notiziario di Mercoledì 18 Gennaio 2006

Aperta un’inchiesa della Procura di Sciacca sulla morte di un neonato avvenuta ieri all’ospedale Riuniti di Sciacca. La denuncia è stata presentata dai genitori. Oggi all’ospedale c’è stata una riunione tra il direttore sanitario Renato Li Donni e i medici e gli ostetrici che si sono occupati del caso. Il servizio.
Da Racalmuto a Sciacca. Un filo rosso unisce i due centri, due bambini morti nel giro di tre giorni. Dopo la morte del piccolo Giuseppe di Racalmuto deceduto a causa di alcuni problemi respiratori, lunedì scorso all'ospedale di Sciacca una bambina è nata morta. I genitori hanno presentato un esposto alla Polizia e sono già scattate le indagini. E' stata sequestrata la cartella clinica. Stefano Viviani di 34 anni e la moglie, Enza Alba di 30, non ci stanno e vogliono andare fino in fondo. Il corpo della piccola si trova nella camera mortuaria del nosocomio saccense e con molta probabilità oggi verrà effettuata la perizia necroscopica. Stamani si è riunita la commissione interna all'ospedale saccense alla presenza del direttore sanitario Renato Li Donni. Quest'ultimo ha tenuto a sottolineare che in base alle notizie ricevute, i sanitari si sono comportati in modo corretto e hanno seguito i protocolli usuali sui parti programmati.
La donna era alla sua prima gravidanza. Il suo ginecologo arebbe notato un rallentamento nella crescita del feto e le aveva consigliato un parto programmato, ma la ragazza avrebbe preferito attendere il parto fisiologico. Dal momento che il travaglio non si verificava, la donna si è decisa ad ascoltare il consiglio del medico. Avrebbe dovuto essere sottoposta al cesareo nella giornata di ieri. Domenica è stata ricoverata, ha detto Li Donni, e le sono state fatte tre tracciati. Il primo è andato bene, il secondo ha evidenziato una sofferenza fetale. La donna è stata quindi trasferita subito in sala operatoria, ma per il piccolo non c'è stato nulla da fare. La magistratura dovrà adesso accertare cosa sia avvenuto proprio in sala operatoria.
Un secondo caso di presunta malasanità a distanza di tre giorni, rappresenta qualcosa di veramente grave. Ricordiamo che il piccolo Giuseppe di Racalmuto, molto probabilmente, ha perso la vita perché i soccorsi sono arrivati in ritardo. Il piccolo nato all'ospedale di Canicattì doveva essere trasferito in un reparto di neonatologia, ma all'ospedale di Agrigento non c'erano posti disponibili e pertanto si è reso necessario il trasferimento a Palermo. Ma l'elisoccorso, preferito e questo non si riesce a capire perché, a causa delle condizioni metereologiche avverse è arrivato con un'ora di ritardo e questo, molto probabilmente, è risultato fatale.

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