Notiziario di Martedì 17 Gennaio 2006
Da una parte il sindaco Aldo Piazza che ha illustrato progetti e idee per la Monserrato e Villaseta del presente e soprattutto del futuro. Dall’altra loro, i cittadini di Monserrato e Villaseta, alle prese con una drammatica quotidianità fatta di piccole e grandi mancanze, di emarginazione sociale, di deficit di servizi. Una mappa dei bisogni e delle emergenze al centro di un’assemblea popolare promossa dai sindacati e dalla Consulta diocesana il 4 novembre scorso e sfociata, due settimane dopo, nella grandiosa manifestazione. In piazza migliaia di cittadini, di giovani, donne, anziani, bambini: una partecipazione di popolo come mai s’era vista prima ad Agrigento. Ieri sera il primo confronto dopo quella giornata di protesta. Il sindaco, assieme alla Giunta, ha presentato il conto su Villaseta e Monserrato: abbiamo lavorato intensamente in questi 4 anni, ha detto, spendendo i 20 miliardi di lire per riqualificare i due quartieri. Scuole, strade, vivibilità: questi, in sintesi, i settori di intervento. Ed ha pure annunciato che il centro commerciale di Villaseta sarà trasformato in un complesso artigianale a indirizzo turistico. La riconversione, ha spiegato Piazza, permetterà di dare nuova linfa al quartiere. I turisti che scenderanno dai pullman avranno modo di apprezzare il nostro artigianato e la nostra cultura e al contempo la loro presenza rappresenterà un volano per la rinascita dell'intero quartiere. Ma la gente ha chiesto e chiede interventi di ordinaria amministrazione: la pensillina alla fermata dell’autobus, i netturbini per pulire strade e piazze, disinfestazione, derattizzazione. Insomma, servizi per un quartiere normale. Al fianco dei cittadini i tre segretari di Cgil, Cisl e Uil per i quali occorre risanare i due quartieri attraverso un patto tra i diversi attori. E oggi i tre consiglieri dell’Ulivo, Hamel, licata e Lauricella, criticano il sindaco Piazza che ha cercato, dicono, di narcotizzare la protesta e la rabbia dei cittadini elencando una serie di opere faraoniche e una pioggia di miliardi che, fino ad oggi, non hanno cambiato nulla del degrado e dell’abbandono dei due quartieri agrigentini.