Notiziario di Giovedì 24 Marzo 2005
L'accordo fra le coalizioni ha retto la prova d'aula, ma per il voto finale del nuovo statuto siciliano bisognerà attendere mercoledì prossimo. Oggi, alle 14, quando si è chiusa la votazione dell'articolato della riforma, con i soli voti contrari di Giannopolo dei Ds e Forgione di Rifondazione Comunista, in aula c'erano una quarantina di deputati. Pochi per il presidente dell'Ars, Lo Porto, per una questione così delicata ed importante, quale appunto la riforma dello statuto, attesa da anni e per la quale ha lavorato una speciale commissione presieduta prima da Vincenzo Leanza e, alla sua morte, dal deputato agrigentino Angelo Capodicasa. Tra le novità, frutto dell'intesa il riferimento della lotta alla mafia, la possibilità per il vicepresidente della regione di subentrare al governatore in caso di impedimento o morte, ma dopo un'investitura ufficiale dell'Aula, il decentramento delle competenze ai comuni. E' ancora stabilito il principio in base al quale spettano alla Regione le entrate tributarie di imprese e soggetti non siciliani che operano però nell'Isola. Ma la novità in assoluto è la norma che prevede la presenza in Giunta di almeno un terzo di donne. A partire ormai dalla prossima legislatura, nel governo siciliano troveranno posto ben 4 donne. Una norma salutata con entusiasmo dal presidente nazionale di Arcidonna, Valeria Ajovalasit che parla di una svolta importantissima perchè allinea la Sicilia ai principi già sanciti ed adottati dall'Unione Europea. Anche la coordinatrice regionale di Alleanza Nazionale per le politiche femminili, Anna Sciangula esprime la sua soddisfazione per l'introduzione del principio di riequilibrio della rappresentanza tra uomini e donne nel governo regionale.