Notiziario di Martedì 8 Marzo 2005
Come detto un contributo notevole alla stesura del nuovo identikit del volto di Bernardo Provenzano è venuto da chi un tempo è stato il suo braccio destro: Nino Giuffrè, adesso collaboratore di giustizia. Oggi Giuffrè ha deposto nel processo alle talpe della Dda, che vede fra i 13 imputati anche il presidente della Regione, Salvatore Cuffaro, accusato di favoreggiamento nei confronti di Cosa nostra. Provenzano, ha detto Giuffrè, era informato della presenza di microspie e telecamere piazzate nelle zone che frequentava durante la latitanza. Non solo: il boss negli ultimi tempi avrebbe utilizzato anche un attrezzo elettronico per rilevare la presenza di 'cimici'. Il collaboratore ha anche raccontato il modo in cui incontrava Provenzano, le ''misure di sicurezza'' che adottavano per non essere scoperti e le strade che i ''pizzini'' del boss percorrevano per raggiungere i vari destinatari. Giuffré ha descritto anche il ruolo del padrino di Corleone e della strategia tracciata per governare Cosa Nostra. Ecco perché, ha concluso Giuffrè, Provenzano può definirsi un ideologo.