Notiziario di Mercoledì 16 Febbraio 2005

Si sono avvalsi della facoltà di non rispondere tutti gli otto licatesi arrestati lunedì mattina nell’ambito dell’operazione antimafia “Progresso”. Nel tardo pomeriggio di oggi, nel carcere di contrada Petrusa di Agrigento, si sono conclusi gli interrogatori degli otto, alla presenza del Gip del Tribunale di Palermo, Antonio Caputo e del PM della direzione distrettuale antimafia Fasameli. I primi ad essere sentiti dal GIP Caputo sono stati Pasquale e Vincenzo Cardella, ritenuti dagli inquirenti elementi di spicco della locale cosca mafiosa che, secondo l’accusa, controllava tutti i subappalti della zona ed anche il racket delle estorsioni. Poi, nell’ordine, è stata la volta di Giuseppe Greco Cutturello, Angelo Occhipinti, Giuseppe Stracuzzi, Emanuele Sanfilippo e nel pomeriggio, Calogero Licata ed Antonino Alabiso, questi ultimi due agli arresti domiciliari e giunti al carcere, per l’interrogatorio, a bordo di un cellulare della Polizia penitenziaria. Tutti, come detto, si sono avvalsi della facoltà di non rispondere. Subito dopo la fine degli interrogatori, i magistrati sono partiti alla volta di Palermo. Entro domani o al massimo venerdì si conoscerenno gli esiti. Intanto, secondo quanto pubblicato da un quotidiano regionale, un contributo all’inchiesta Progresso, sarebbe stato dato dalle rivelazioni di alcuni storici collaboratori di giustizia agrigentini, tra cui Falzone, Salemi e Croce Benvenuto. Sarebbero stati loro, infatti, nel corso di recenti interrogatori, a stilare la nuova mappa della mafia a Licata. E soddisfazione per l’esito dell’operazione esprime il responsabile del dipartimento Giustizia di AN, Carlo Baldassano.

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