Notiziario di Giovedì 18 Novembre 2004
Improvvisa impennata dell’inchiesta sui mandanti occulti che hanno voluto la morte del giudice Paolo Borsellino, ucciso nella strage di via D’Amelio del 92. Oggi i magistrati della DDA di Caltanissetta hanno ascoltato per ore decine di persone, fra cui anche boss mafiosi detenuti, che non hanno mai accettato di collaborare con la giustizia. Nella lunga lista di persone figurano ex deputati e senatori, funzionari dei servizi di intelligence e collaboratori di giustizia. Il procuratore Francesco Messineo, che coordina l'inchiesta, ipotizza che l'attentato di via D'Amelio avrebbe subito un'accelerazione ''perché Riina, ha detto, era alla ricerca di nuovi referenti politici che tardavano ad arrivare. I pentiti Giovanni Brusca e Nino Giuffré hanno fornito agli inquirenti chiavi di lettura, però non coincidente. Brusca ha sostenuto che la decisione di uccidere Paolo Borsellino sarebbe stata ''accelerata'' dalla necessità di far decollare la ''trattativa'' che Riina aveva avviato con uomini delle istituzioni per ottenere vantaggi legislativi per Cosa nostra. Giuffré, invece, ha affermato che la morte di Borsellino sarebbe stata voluta da Provenzano per impedire al magistrato di avviare indagini sul nodo mafia e appalti. E’ la terza inchiesta condotta dalla Procura di Caltanissetta sui mandanti occulti. Le altre due precedenti, che hanno visto fra gli indagati anche Silvio Berlusconi e Marcello Dell'Utri, sono state tutte archiviate.