Notiziario di Mercoledì 29 Settembre 2004
E un altro fronte di divisione a sinistra è dato dal caso Canicattì, il comune sciolto per mafia dal consiglio dei ministri. Nei giorni scorsi il centro sinistra ha fatto affiggere un manifesto, nel quale giudica paradossale e pirandelliana la decisione di sciogliere il comune che, si legge, colpisce un’amministrazione che si opponeva ai disegni malavitosi della mafia. Il riferimento è a una frase del procuratore di Palermo, Pietro Grasso, secondo il quale ci sono uomini politici che suggeriscono mosse a Cosa Nostra per far cadere un'amministrazione comunale sgradita e non favorevole ai suoi disegni. Per il Centrosinistra quell’amministrazione è proprio quella di Canicattì. Sulla vicenda oggi interviene Giuseppe Arnone, di Legambiente, il quale critica nettamente l’impostazione data dal centro sinistra di Canicattì. Occorre, aggiunge, che tutte le forze antimafia sostengano prefetto e magistratura con azioni incisive. Intanto sono state rese note le decisioni che hanno portato il governo a sciogliere per mafia il comune. A determinare il provvedimento è stato l'arresto dell'ex sindaco Antonio Scrimali, finito in manette per la nota vicenda dell'assegnazione dei terreni confiscati alla mafia.