Notiziario di Lunedì 23 Febbraio 2004
Primo luglio 2003: Salvatore Cuffaro, presidente della Regione, ha da poco concluso il suo interrogatorio davanti ai PM di Palermo che lo indagano per concorso esterno in associazione mafiosa nell'ambito di un'inchiesta su mafia e politica. Cuffaro si reca a palazzo d'Orleans dove ad attenderlo sono diversi deputati, di maggioranza e opposizione, tra cui Vladimiro Crisafulli, vice presidente dell'ARS, che abbraccia e bacia Cuffaro con particolare affetto, in segno di solidarietà. Pochi giorni dopo, 24 luglio, la scena si ripete: stavolta è Crisafulli ad essere indagato per mafia dalla Procura di Caltanissetta. Inchiesta che, per l'esponente diessino, si conclude pochi giorni fa, con l'archiviazione. Nel frattempo su Cuffaro sono piovute altre tegole giudiziarie, tra cui l'inchiesta sulle talpe alla DDA, per la quale è stato sottoposto ad un secondo interrogatorio. Adesso, però, i destini giudiziari di Cuffaro e Crisafulli potrebbero congiungersi. Intercettazioni ambientali, rese pubbliche dagli immancabili corvi di palazzo, indicherebbero i due esponenti politici coinvolti nelle indagini della Procura di Messina su appalti per lo smaltimento dei rifiuti. Voci, indiscrezioni e sussurri che hanno provocato l'indignata e secca smentita dei protagonisti. Non conosciamo nulla dell'indagine sui rifiuti a Messina, hanno sostenuto all'unisono i due. Se ogni volta che esce fuori il mio nome, ha dichiarato Cuffaro, c'è chi si sente autorizzato a scrivere di presunti coinvolgimenti del presidente della Regione in chissà quali loschi affari allora dico che questo è un metodo che non si può accettare all'infinito. Parole dure, alle quali fanno eco quelle di Crisafulli che si è detto indignato, ma anche preoccupato per eventuali riflessi politici in ordine ad una sua eventuale candidatura alle Europee. Probabilmente, ha proseguito, nessuno si aspettava la richiesta di archiviazione dalla Procura di Caltanissetta alla luce della quale una mia eventuale disponibilità a candidarmi al parlamento europeo può essere non gradita da alcuni circoli benpensanti. Crisafulli ha concluso dicendosi disponibile ad essere sentito dai magistrati messinesi per chiarire la sua posizione, non volendo partecipare a quella che definisce la saga giustizialista fondata sui sospetti al di fuori di regole della legalità.